Prendo per buono quanto dichiarato oggi (forse involontariamente) dal sindaco Valentini in margine alle vicende della Fondazione Mps: parla di una Fondazione Siena, campo nel quale sia io che Pierluigi Piccini lo abbiamo preceduto da settimane. Il fatto (definito da lui “miracolo”) che FMps non abbia che una quota marginale dell’istituto bancario, e che dunque debba rivedere sia il nome che il ruolo, è un dato di fatto. E’ anzi urgente, vista anche l’imminente scadenza dei lavori della commissione sul Santa Maria della Scala, capire questo nuovo ruolo e guardare in alto. Modifiche sostanziali dello statuto della Fondazione sono improrogabili, specialmente se si valuta da chi è stato voluto ed il metodo nonché il momento in cui ha visto la luce l’attuale statuto (presidenza di Gabriello Mancini, gestione commissariale del Comune, enti coinvolti etc. ). L’eventuale Fondazione (ex bancaria) Siena dovrà ritornare a essere un fondazione con una forte partecipazione ed indirizzo cittadino e forse prendere proprio le caratteristiche, auspicate per il Sms (e non del tutto o forse per niente condivisibili) di Fondazione di Partecipazione dove, i soci fondatori (ovvero la città e le sue istituzioni) hanno voce forte in capitolo. Se l’autonomia, nel caso di una fondazione bancaria, era un principio rispettabile, anche se mai rispettato nella sostanza, nel caso di una Fondazione Siena tale salvaguardia sarebbe nefasta.
Dunque sì a una Fondazione Siena, che unisca il patrimonio residuo di questa disgraziata esperienza gestionale al progetto culturale di Siena, del suo Spedale, con la dote di Guido Chigi Saracini, delle collezioni, del Palazzo del Capitano e perché no del patrimonio professionale dei suoi dipendenti e di tanto ancora.
Una cosa manca, ma essenziale: una radicale operazione di trasparenza sul passato. La posizione ormai marginale nella società Mps ci concede questo privilegio e dunque non esiti la Presidente Mansi a dare il primo autentico segno di discontinuità con il passato: rendiamo pubblici e consultabili i verbali di deputazione, quelli degli “anni d’oro”. Pubblicazione integrale e consultabile, cosicché i senesi possano leggere i passaggi di una brutta storia e magari di scriverne una migliore. A Bruno Valentini infine chiedo di non smentire, come spesso fa, quanto ha dichiarato.
Eugenio Neri, capogruppo Siena Rinasce