E’ motivo di grande soddisfazione leggere le dichiarazioni di Bruno Valentini, che per la prima volta, perde il suo aplomb e si scaglia contro la minoranza. Duro, durissimo, immagino accigliato, mentre butta giù le oltre 4000 battute (Renzi si fa bastare le 140 battute di Twitter o gli sms), di un attacco a capo basso, degno della migliore tradizione del Partito cittadino che, con il consiglio comunale del 19 dicembre, lo ha definitivamente inglobato, chiudendo in gabbia ogni sua pretesa aspirazione di cambiamento, voglio sperare sincera. George Orwell divideva i grandi pensatori della politica in due categorie: gli utopisti con la testa tra le nuvole, e i realisti con i piedi nel fango. Dalla posizione che gli ha fatto assumere il suo partito di origine, il Pd, non so se vadano enfatizzati i piedi tra le nuvole o la testa nel fango ma comunque Bruno Valentini è in una posizione scomoda, per lui e anche per la città che dovrebbe rappresentare e tutelare. Per questo mordicchia noi! Bruno per la prima volta contemporaneamente vede sfasciata la sua costruzione politica (due consiglieri di Siena Cambia – la sua lista- hanno votato con noi!) e allo stesso tempo vede compatte le minoranze in un fronte comune di opposizione (et voilà, chi voleva una formula alternativa per Siena ha ora una “giunta ombra” sotto gli occhi!). Un vero miracolo politico. Ma si guardi bene che la nostra unione di opposizione, su un tema così importante come l’attuale braccio di ferro tra Banca Mps e la Fondazione Mps, non è avvenuto su temi quali la senesità ( tanto orrenda agli occhi del Pd!) o la difesa del fortino di Kamullia, ma su una mozione semplice e lineare.
Eugenio Neri