Più di metà del pianeta non riesce ancora a gestire la questione-rifiuti. Per affrontare questo ritardo e per esplorare le più moderne tecnologie in tema di gestione dei rifiuti, un migliaio di esperti provenienti da tutto il mondo si incontrano in questi giorni a Firenze. E per raccogliere spunti utili, una delegazione di tecnici e studiosi visiterà gli impianti senesi di trattamento. E’ quanto previsto nell’ambito del Congresso mondiale sui rifiuti, in programma dal 17 al 19 settembre per iniziativa dell’International Solid Waste Association. Un evento che si traduce in un nuovo, importante riconoscimento per il modello di gestione dell’igiene urbana e del ciclo dei rifiuti realizzato in provincia di Siena.
Nella giornata di mercoledì 19, circa 50 delegati provenienti da tutti e cinque i continenti saranno ricevuti presso i due impianti-cardine del sistema senese. Tecnici e ingegneri, accademici e studiosi ma anche rappresentanti di governi e autorità locali, hanno chiesto di poter conoscere da vicino la gestione sostenibile dei rifiuti del nostro territorio.
Amministratori e tecnici di Sienambiente, soggetto proprietario e gestore degli impianti, insieme all’Assessore provinciale all’ambiente Gabriele Berni li accoglieranno prima presso l’impianto di selezione, compostaggio e valorizzazione di Pian delle Cortine (Asciano) e poi presso il termovalorizzatore di Foci (Poggibonsi).
Un caso-studio di primo livello, nella percezione dell’Iswa, che ha inserito le visite ai due impianti senesi nel fitto programma scientifico della tre giorni fiorentina, inaugurata lunedì 17 settembre alla presenza del Ministro Corrado Clini.
Una ‘buona pratica’ avvalorata anche dai più recenti indicatori: nel 2011, Sienambiente ha raccolto oltre 160.000 tonnellate di rifiuti: di questi il 46,41% viene avviato a riciclo attraverso la raccolta differenziata, mentre circa il 30 per cento va a recupero energetico. I rifiuti vengono trattati nel proprio sistema impiantistico – oltre ai due meta della visita, anche un altro impianto di compostaggio e due discariche per rifiuti non recuperabili, presso le quali sono attivi impianti di recupero del biogas per la produzione di energia) così da assicurare al territorio senese la piena autosufficienza di gestione.
“Il modello senese- afferma Fabrizio Vigni, presidente di Siena Ambiente spa- si ispira alla cosiddetta “gerarchia dei rifiuti” indicata dalla direttiva europea, che oltre alla riduzione della produzione dei rifiuti prevede un progressivo aumento del riciclo di materiali provenienti dalla raccolta differenziata, poi il recupero energetico per la frazione non riciclabile ed infine il ricorso alla discarica solo per il residuo non recuperabile. Questo sistema integrato ha consentito nel 2011 di avviare alle industrie toscane del riciclo oltre 30.000 tonnellate tra carta, cartone, plastica, vetro, ferro, alluminio, dando un importante contributo allo sviluppo della green economy, e di produrre attraverso la raccolta differenziata dell’organico 5245 tonnellate di compost di prima qualità. Ha inoltre permesso di recuperare dai rifiuti 56.625 MWh di energia (grazie al termovalorizzatore di Foci ed al recupero di biogas nelle discariche), pari al consumo di energia elettrica di circa 60mila abitanti, contribuendo in tal modo anche alla salvaguardia del clima grazie alla riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra.”
Un contesto di evidente interesse agli occhi di coloro che saranno chiamati a fornire risposte per una situazione, quella mondiale, nella quale il 70% dei rifiuti urbani prodotti è ancora conferito in discarica, l’11% prende la strada del recupero energetico e solo il 19% viene riciclato o gestito con trattamento meccanico e biologico. Uno stato di cose che, in mancanza di progetti mirati e di politiche efficaci, finirebbe per produrre in molti paesi veri e propri disastri ambientali, tenendo conto che il volume complessivo dei rifiuti prodotti a livello mondiale ammonta oggi a circa 4 miliardi di tonnellate, destinati ad aumentare per effetto della crescita della popolazione mondiale e del crescente innalzamento del reddito nazionale lordo pro capite nei paesi in via di sviluppo.