“La scelta sull’indicazione del nuovo Presidente della Repubblica, sia nel merito che nel metodo, sta suscitando forti perplessità e una determinata contrarietà da tantissimi nostri iscritti ed elettori.
Anche il sottoscritto non condivide come è maturata questa scelta: si rinuncia a tenere insieme il fronte del cambiamento in Parlamento per dare un segnale chiaro al Paese, cosa che peraltro, per come si sono sviluppate nelle ultime ore le cose, è realmente possibile”. Inizia così la lettera che il segretario provinciale Pd Siena, Niccolò Guicciardini, ha inviato al segretario nazionale Pd, Pierluigi Bersani, in merito alla decisione assunta a maggioranza dall’assemblea dei democratici di appoggiare la scelta dell’ex presidente del Senato, Franco Marini per il Quirinale.
“Penso – si legge ancora nella lettera – che questa scelta danneggerà fortemente il Pd, in quanto non risponde a quell’esigenza di innovazione che anche tu stesso ti sei impegnato a portare avanti, ad esempio, con la proposta degli otto punti e con le proposte per i Presidenti delle due Camere. In queste ore sto ricevendo innumerevoli chiamate, messaggi, e-mail della ‘nostra’ gente, di un popolo incredulo e direi quasi spaventato da questa scelta. Da persone che ogni giorno mettono la faccia per il nostro partito nel loro quartiere o nella loro frazione, nel loro luogo di lavoro o nell’amministrazione e che non sono disposti a tollerare questo passaggio. Tante le chiamate e le e-mail di nostri elettori delusi, arrabbiati. Io stesso non ti nascondo, in tutta sincerità, il mio profondissimo disagio e la mia contrarietà su questo passaggio.
“Ci sono ancora – conclude Guicciardini nella lettera – i margini temporali per trovare una sintesi nel nostro partito e nella coalizione, per dare un forte segnale che noi non scherziamo e che abbiamo il coraggio di scommettere sul futuro. L’elezione di un Presidente della Repubblica, in una fase così difficile e di sfiducia nelle istituzioni, richiede un forte sostegno popolare, altrimenti rischiamo di minare una delle poche istituzioni che ancora gode di un margine di fiducia nel Paese”.