“Altro che semplice conseguenza del declassamento dell’Italia, la decisione di Moody’s di abbassare di ben due gradini il rating della città di Siena nasce da considerazioni specifiche, i nostri dubbi sul bilancio dell’amministrazione Ceccuzzi erano completamente fondati. La conferma arriva dal fatto che la Regione Toscana, a differenza di Siena, non è stata declassata ma ha mantenuto il rating A3, superiore all’Italia”. E’ quanto dichiarano i sei ex consiglieri del Pd di Siena Giovanni Bazzini, Anna Gioia, Luca Guideri, Lucio Pace, Alessandro Piccini (nella foto), Gianluca Ranieri, che si erano opposti all’approvazione del bilancio del Comune di Siena, in merito all’ultimo declassamento deciso dall’agenzia statunitense Moody’s per l’amministrazione comunale senese.
“L’altro giorno Siena è passata da A3 a Baa2 – spiegano i sei esponenti del Pd – e qualcuno, per difendere le responsabilità di chi ha portato la nostra città al disastro, ha voluto far credere che si trattasse di un atto di routine, dovuto al downgrading dell’Italia. Ma ora arriva la conferma dal quotidiano ‘La Repubblica’ che non è così: a differenza degli enti locali declassati, la Regione Toscana ha mantenuto la valutazione A3, rimanendo al di sopra del rating dell’Italia insieme a Marche, province di Trento e Bolzano, Lombardia”.
“E’ evidente, quindi, che il declassamento di Siena deriva da ragioni ulteriori che non sono il semplice declassamento dell’Italia – dichiarano ancora i sei ex consiglieri – e prosegue una parabola discendente della valutazione sulla nostra città che ha contraddistinto tutta la consiliatura dell’ex sindaco Ceccucci, la cui amministrazione era stata declassata anche a febbraio. Siena, fiore all’occhiello della nostra regione, è arrivata ora ad essere ritenuta meno affidabile della Toscana. Ecco la discontinuità di chi ha governato la nostra città : far passare Siena dai primi agli ultimi posti in tutte le classifiche”.