La campagna ‘L’Italia sono anch’io’ porta avanti una battaglia giusta, quella per riformare i diritti di cittadinanza e il diritto di voto per le persone di origine straniera nate o che vivono nel nostro Paese. Una campagna di civiltà e giustizia che condivido e appoggio perché si pone come obiettivo ultimo l’eliminazione di ogni forma di discriminazione, verso una sostanziale e compiuta eguaglianza”. A dirlo è il presidente della Provincia di Siena, Simone Bezzini, che ha scelto di aderire alla campagna promossa a livello nazionale da diciotto organizzazioni della società civile e dall’editore Carlo Feltrinelli e portata avanti sul territorio provinciale dal comitato di Siena, di cui fanno parte le rappresentanze provinciali di Arci, Acli, Caritas, Cgil, Libera e La Feltrinelli.
“La discussione sull’attuale legge di cittadinanza per i figli di immigrati nati in Italia – commenta Bezzini – così come sul diritto di voto degli stranieri in occasione delle elezioni amministrative, devono essere rimesse al centro dell’agenda politica di questo Paese. Con le iniziative di sensibilizzazione e attraverso le due proposte di legge di iniziativa popolare per cui sarà portata avanti una raccolta firme a partire da settembre, la campagna ‘L’Italia sono anch’io’ potrà contribuire ad accendere i riflettori su questi temi dando un’accelerazione dal basso ad un processo di riforma che guarda all’articolo 3 della nostra Costituzione, stimolando positivamente l’opinione pubblica a riflettere su temi che in Italia interessano oltre 5 milioni di persone di origine straniera. La norma più ingiusta, quella che riguarda chi è nato nel nostro Paese da genitori stranieri, oggi prevede la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana solo al compimento del 18° anno di età. Sono convinto che l’Italia sia un paese sufficientemente maturo e civile per riformare questa legge, affinché la cittadinanza sia diretta per chiunque nasca nel nostro territorio e non solo acquisita per diritto di sangue. Solo così potremo rispettare la nostra Costituzione, favorire realmente i processi di integrazione e raggiungere l’uguaglianza sostanziale dei diritti”.