Abbiamo appreso dai media dell’approvazione del Piano di ristrutturazione della Banca Monte dei Paschi di Siena per i prossimi quattro anni. Il Piano dovrà essere trasmesso al Ministero dell’Economia e delle Finanze e successivamente alla Commissione Europea per evitare che il prestito governativo di circa 4 miliardi venga considerato come un indebito aiuto di Stato. Fra le misure ipotizzate c’è anche un aumento di capitale di 2,5 miliardi che, una volta ottenuto il via libera da parte dell’Europa, dovrà essere sottoposto all’Assemblea Straordinaria degli azionisti. Ancora una volta dobbiamo prendere atto delle conseguenze nefaste della precedente gestione, sostenuta dalla Fondazione MPS e passata al vaglio delle autorità di vigilanza preposte, anche in seguito ad informazioni parziali fornite dal management. Dovrà essere fatto tutto quanto necessario per promuovere azioni di responsabilità e/o di risarcimento contro tutti coloro che hanno contribuito a produrre risultati negativi che oggi sono sotto gli occhi di tutti. Nelle prossime ore cercheremo di capire meglio i contenuti delle decisioni assunte dal Consiglio di Amministrazione di Banca MPS, che certamente aveva bisogno di una drastica svolta operativa che ne rilanciasse la missione di istituto delle famiglie e delle piccole e medie imprese italiane, recuperando redditività e una quotazione di Borsa oggi ampiamente sottovalutata. Saranno i soci della banca, fra i quali la Fondazione, a dover valutare specificamente gli indirizzi finalizzati all’aumento di capitale. Se è stato doveroso ridurre la parte variabile delle retribuzioni dei managers, legandola al raggiungimento di precisi risultati, le misure ipotizzate per i dipendenti fanno ingiustamente pagare ai lavoratori le colpe dei dirigenti. Sarebbe stato necessario investire sulla produttività anziché tagliare occupazione, diffondere fiducia e motivazione invece di seminare paura. Com’è stato autorevolmente ricordato di recente, l’economia italiana è dipendente molto più degli altri Paesi europei dal buon funzionamento delle banche, ma i bilanci degli istituti di credito sono gravati dalle perdite registrate e presunte sui prestiti concessi nel mercato domestico che arretra ogni giorno ed inoltre dalla svalutazione dei Titoli di Stato: altrettante zavorre strutturali che si potranno recuperare solo col tempo. L’eccesso di severità della Commissione Europea, senza un determinato e tempestivo intervento da parte del Governo italiano, rischia di distruggere invece che risanare. In sintesi la stabilità di MPS non è una questione senese bensì nazionale. Ci attendiamo pertanto una forte azione da parte del Governo per seguire il futuro assetto di Banca MPS ed il ruolo dell’azionista-Fondazione.
Bruno Valentini
Sindaco di Siena