Oggi, primo di settembre, in barba alle indicazioni del mondo scientifico e alle direttive dell’Unione Europea, come tutti gli anni i seguaci di Diana torneranno ad imperversare nelle nostre campagne per uccidere, tra le altre specie concesse, anche tortore selvatiche e colombacci, uccelli che in questo periodo hanno giovani ancora dipendenti dai genitori e che quindi sono particolarmente vulnerabili all’attività venatoria.
Per fortuna molti cacciatori non concordano con questa scelta e si asterranno, in attesa dell’apertura generale di metà settembre, ma molti altri si concentreranno attorno ai campi di girasole o alle pozze d’acqua per sterminare colombacci e quel poco che resta delle popolazioni di tortora selvatica, specie considerata in Italia in fortissimo declino e perciò ulteriormente danneggiata dalla preapertura.
Sono anni che le associazioni ambientaliste cercano di contrastare questa apertura anticipata del tutto illegittima, ma la forza di una parte del mondo venatorio, quella becera, avallata dal mondo politico sempre in cerca di voti e non di desiderio di amministrare al meglio un bene pubblico come la fauna selvatica, cerca in tutti i modi di evitarlo, continuando a far condannare l’Italia per inadempienza delle direttive comunitarie e far pagare a noi cittadini ignari milioni di euro di multe.
Già da agosto molti cacciatori hanno iniziato a portare i loro cani nelle campagne e nei boschi per allenarli, per rimetterli in forma dopo mesi di detenzione in piccoli recinti, per farli correre e “fargli fare i piedi”, dove ci sono ancora piccoli non volanti di molti uccelli e cuccioli di mammiferi che i loro simili a quattro zampe catturano e uccidono con facilità per far felici i loro padroni.
Questo tipo di gestione venatoria si basa su una visione dell’interesse pubblico perversa e ingiusta: una piccola minoranza di persone che condiziona la gestione faunistica di un intero territorio, senza che sia garantito l’interesse pubblico.
Quest’anno molti amministratori di varie regioni e province italiane hanno bocciato la “preapertura”: purtroppo nella nostra provincia, come in altre province toscane, si è preferito fare una “scelta salomonica”, ovvero di far cacciare tortore e colombacci per un solo giorno invece che due, piuttosto che escludere del tutto queste specie da quelle cacciabili in preapertura. Tutto ciò in contrasto con le stesse valutazioni ambientali del nuovo Piano Faunistico Venatorio provinciale.
Forse è arrivato il momento di dire basta, forse questa crisi economica farà capire che la tutela dell’ambiente è la nostra unica risorsa, l’unica garanzia per un futuro migliore, senza prevaricazioni e soprusi.
Per maggiori informazioni sulla preapertura in Italia:
WWF Onlus Siena