Si è svolta questa mattina la cerimonia di celebrazione del Santo Patrono della Polizia di Stato San Michele Arcangelo, nella Chiesa di Santa Maria della Visitazione, in via delle Sperandie.
A margine del rito religioso, al quale hanno partecipato il Prefetto di Siena Renato Saccone e le altre Autorità locali, il Questore Giancarlo Benedetti, ha spiegato il significato della festa, precisando anche il senso della “scelta” di San Michele come patrono della Polizia di Stato.
“A Michele Dio affidò il comando delle Legioni Celesti per cacciare nell’Inferno il ribelle principe delle tenebre e quindi per sostenere l’eterna lotta del Bene contro il Male.
L’arduo compito di San Michele Arcangelo sta già scritto nel suo nome teoforico, che significa “Chi come Dio”, combatte, perciò primariamente il peccato di superbia che spesso, come accadde con Lucifero, angelo decaduto, alberga sovente nell’uomo.
San Michele è raffigurato nell’iconografia con un’armatura d’oro ed una spada sguainata brandita contro il maligno. E’ un Santo armato, ma la sua arma è destinata solo alla difesa dei deboli e dei giusti”.
La festa di San Michele, che rappresenta un momento di riflessione che coinvolge tutte le famiglie degli operatori di Polizia in servizio con l’iniziativa del “family day”che consente ai parenti di far visita, dopo la celebrazione della Santa Messa, alle strutture e agli uffici della Questura, con l’opportunità di conoscerne i luoghi di lavoro e gli strumenti operativi, quest’anno ha assunto un particolare significato perché, alle ore 12.00, è stata inaugurata la nuova Sala Operativa della Questura, intitolata alla memoria dell’Agente della Polizia di Stato Emanuele Di Simone.
L’Agente, nato in provincia di Pescara, il 30 ottobre 1969, assunto nei ruoli della Polizia di Stato il 2 dicembre 1991, dopo aver frequentato il corso di Allievo Agente presso la Scuola di Reggio Emilia, venne assegnato alla Questura di Siena il 2 giugno 1992.
Il 7 aprile 1994, comandato di servizio di Volante con turno di mattina, insieme al capo pattuglia ed al gregario, si trovò, verso le ore 12.10 circa, all’inseguimento di un’autovettura rubata, condotta da due pregiudicati che stavano fuggendo sulla Strada di Paganico, in direzione Grosseto.
L’autovettura, per cercare di sottrarsi all’inseguimento della Volante e allo scopo di distanziarla, effettuò un sorpasso azzardato e, invadendo la corsia opposta, causò una collisione frontale con un’auto che proveniva dall’opposto senso di marcia.
A causa del violentissimo urto, l’auto che si scontrò con quella dei fuggitivi, invase la corsia lungo la quale procedeva, nel giusto senso di marcia, la Volante che, nell’impatto, venne catapultata contro il muro che delimitava la carreggiata.
In conseguenza dell’urto, la Volante perse l’assetto e, ribaltandosi, precipitò nella scarpata laterale.
I tre Agenti vennero trasportati presso il locale Ospedale nosocomio. L’Agente Emanuele Di Simone morì, a causa delle ferite riportate il giorno seguente, l’8 aprile 1994.
Alla cerimonia di inaugurazione della nuova Sala Operativa, oltre alle Autorità locali, hanno partecipato i familiari del poliziotto caduto -genitori, sorella e moglie vedova, collega in servizio alla Questura di La Spezia- e il Direttore del Servizio Controllo del Territorio, della Direzione Centrale Anticrimine del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, Raffaele Grassi giunto appositamente da Roma.
Il Questore Benedetti in questa occasione ha voluto fare una riflessione sulla personalità e professionalità dell’Agente Di Simone “Chi lo ha conosciuto- ha detto- sa che non si tirava mai indietro e che si recava al lavoro anche con la febbre, tanta era la sua dedizione.
Intitolargli la Sala Operativa è stato, pertanto, un atto dovuto, oltre che per me un onore, alla presenza dei suoi genitori, del coniuge e dei più stretti familiari che ringrazio sentitamente.
Fra due, cinque e più anni, quando i giovani poliziotti delle future generazioni prenderanno servizio e passeranno di qui, vedranno la lapide e chiederanno ai più anziani chi era Emanuele. Sarà un modo per non dimenticarlo mai”.
Dopo il taglio del nastro tutti i partecipanti, compresi i familiari dei poliziotti della Questura di Siena hanno potuto osservare le potenzialità del nuovo Sistema di Controllo del Territorio, attivo nella Centrale rinnovata.
“L’SCT, – ha spiegato il dirigente dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico Vice Questore Aggiunto Alessia Baiocchi- grazie all’informatizzazione delle attività della Sala Operativa, consente la registrazione di tutte le chiamate che giungono al 113, delle comunicazioni radio tra la centrale e le pattuglie presenti sul territorio, e la raccolta di tutti i dati e le informazioni collegate ad un evento, che saranno immediatamente utilizzabili per l’analisi e la pianificazione degli interventi inviati agli equipaggi delle Volanti e degli altri Uffici di Polizia oltre ai Poliziotti di Quartiere, e collegabili ad eventuali altri eventi pregressi dello stesso tipo.
Gli stessi dati, facilmente ricavabili dal sistema, verranno poi utilizzati ai fini statistici andando anche ad analizzare in maniera molto più agevole l ’incidenza e la frequenza di certe tipologie di reati in una determinata zona della città, compresa nel Piano Coordinato di Controllo del Territorio, per poi consentire di programmare il servizio delle Squadre Volanti, o stabilire gli obiettivi che in tal modo possano essere ritenuti sensibili o a rischio.