“La sentenza del Tribunale di Siena va nella direzione di quanto il Partito Democratico sostiene da anni, ovvero che non possono essere i dipendenti con gli stipendi più bassi a sostenere il peso maggiore del risanamento dell’Università”. Gianni Guazzi e Katia Leolini, candidati del Pd di Siena in Consiglio comunale, intervengono all’indomani della sentenza che condanna l’Ateneo al pagamento del salario accessorio al personale tecnico-amministrativo. “Centinaia di lavoratori – proseguono Guazzi e Leolini – si vedono finalmente riconosciuto un diritto ingiustamente negato, che costituisce una parte importante della retribuzione per moltissime famiglie senesi. Vogliamo ribadire con forza che l’azione di risanamento dell’Ateneo senese, avviata negli anni scorsi, deve proseguire con forza ma senza colpire le fasce più deboli della popolazione universitaria. E’ necessario proseguire nell’accertamento della verità e di tutte le responsabilità nella gestione economico-finanziaria dell’Università. Riteniamo poi che il prossimo Consiglio comunale dovrà valutare urgentemente l’opportunità per il Comune di Siena, visto il danno subito dalla città, di costituirsi parte civile nel processo in corso”.
Basta con le strumentalizzazioni che penalizzano l’Ateneo e la città. “Da anni – proseguono Guazzi e Leolini – assistiamo a critiche ma anche a strumentalizzazioni, non solo politiche, sulle difficoltà finanziarie dell’Università. Nessuno vuole né deve nascondere problemi o responsabilità; ma gli attacchi sterili e immotivati hanno reso più deboli sia l’università che la città. Non si può ignorare che il taglio drastico di trasferimenti statali ha messo in grave difficoltà tutti gli atenei italiani, così come il nostro al quale sono stati sottratti 12 milioni di euro dal proprio bilancio. Dobbiamo d’altronde sottolineare come, nonostante le difficoltà finanziarie e le campagne denigratorie che l’Ateneo ha subito, i dati delle iscrizioni hanno mostrato un segnale di tenuta positivo, in un panorama nazionale caratterizzato da una generale riduzione delle immatricolazioni universitarie”.
No alla marginalizzazione, sì all’integrazione con gli altri atenei toscani. “Occorre ostacolare con la massima determinazione il tentativo di marginalizzazione dell’Ateneo, in atto da qualche tempo. Questo vale anche per la nostra facoltà di Medicina e per l’Azienda Ospedaliero-Universitaria nel suo complesso: dobbiamo promuovere le nostre eccellenze sanitarie nella competizione, sempre più serrata, con altri ospedali e altre facoltà mediche, sia in ambito regionale che nazionale. Dobbiamo proseguire negli sforzi di risanamento dell’Ateneo ma nello stesso tempo dobbiamo avere a cuore la qualità della ricerca e della didattica. I drastici tagli che hanno colpito corsi di studio e scuole di dottorato debbono essere compensati con una ricerca puntigliosa di sinergia e collaborazione, sia nel campo della ricerca che della didattica, con gli altri Atenei toscani in modo da evitare costose ed inutili duplicazioni, concentrando le risorse in modo da modulare un’offerta didattica e della ricerca di elevata qualità, tale da consolidare Siena come polo di eccellenza. Dobbiamo guardare al futuro e ripensare il ruolo delle due Università, l’Ateneo senese e l’Università per Stranieri, valutando le loro rispettive potenzialità, in stretta simbiosi con la città e il territorio ma anche proiettate in ottica internazionale”.
Il ruolo delle istituzioni cittadine a sostegno delle due Università. “Le istituzioni cittadine dovranno, nel massimo rispetto dell’autonomia dell’ateneo, concedere una costante attenzione ai problemi e alla vita dell’Universita di Siena, il che si traduce in primis in un’attenta politica dell’accoglienza, sia nella qualità degli alloggi che la città offre ai propri studenti, sia nei prezzi non sempre accessibili che vengono praticati; e in secondo luogo nell’assecondare e promuovere la vocazione internazionale delle nostre due Università, sfruttando al meglio il vantaggio competitivo che possiamo vantare in termini di ricchezza e qualità della vita del nostro territorio. Nei nostri luoghi si è creata una tradizione plurisecolare di produzione culturale fatta di arte, letteratura, paesaggio, valori civici e sociali, che dobbiamo sfruttare a nostro favore per attrarre ricercatori e studiosi di fama internazionale”.