Il sistema di trattamento riabilitativo e, in particolare, le terapie e i posti letto “codice 56” per i pazienti ricoverati in condizioni cliniche instabili sono stati oggetto di un’interrogazione presentata da Laura Sabatini (Siena Cambia) e sottoscritta anche dal collega di gruppo Alessandro Trapassi.
<<Il piano riabilitativo individuale – ha introdotto Sabatini – normato dalle linee guida ministeriali e regionali prevede un approccio interdisciplinare e multiprofessionale e individua la responsabilità nella figura del fisiatra, medico competente per menomazione e disabilità. Una professionalità specializzata con corso post laurea in medicina fisica e riabilitazione, che segue il malato anche a domicilio, avendo competenze per valutare le problematiche relative alla limitazione dell’autonomia della persona in relazione al suo ambiente fisico, familiare, lavorativo e sociale>>.
<<Con la chiusura dei 10 posti letto codice 56 presso la clinica Rugani – ha aggiunto la consigliera – 4 unità furono spostate all’ospedale di Campostaggia, mentre 6 a quello di Nottola. All’Azienda ospedaliera universitaria senese (AOUS), in attesa dell’apertura del reparto, fu inviato un fisiatra a gestire i posti con il personale medico e sanitario della struttura. Un compito che si è rivelato molto difficile per le tante interferenze strutturali e personali>>.
<<Chiediamo pertanto all’amministrazione – ha concluso Sabatini – di acquisire documentazione sullo stato di attuazione del sistema e sulle responsabilità del fisiatra nella gestione dei posti letto codice 56 all’interno dell’AOUS. Inoltre, vorremmo conoscere il numero dei posti letto attivati e attivabili, e chi prescrive i piani riabilitativi individuali. Infine, sollecitiamo che la gestione dei posti letto codice 56 venga ricondotta verso uno stato di gestione sanitaria efficace e sicura per i pazienti>>.
Partendo dai contenuti di una nota del direttore generale dell’AOUS, Pierluigi Tosi, l’assessore alla Sanità, Anna Ferretti, ha risposto all’interrogazione garantendo, in prima battuta, <<che la degenza nei letti codice 56 dell’AOUS è utile e sicura per i gravi pazienti in condizioni cliniche instabili a cui è dedicata, grazie alle competenze specifiche in ambito riabilitativo di cui la struttura dispone e dei programmi di specialità che possono essere prescritti dai medici specialisti delle aree Neurologica, Cardiologica, Pneumologica e Ortopedica>>.
Attualmente, come ha ricordato l’assessore, i posti letto attivabili con codice 56 sono sei: uno ciascuno in neuroriabilitazione e riabilitazione respiratoria e due ciascuno in riabilitazione cardiologica e ortopedica, <<con un’utilizzazione comunque ridotta – ha puntualizzato Ferretti – rispetto alla ricettività di circa il 50%>>.
<<Anche se le attività di primo livello, a gestione territoriale, come quella di cui stiamo parlando – ha proseguito Ferretti – non rientrano tra gli specifici compiti dell’AOUS, l’azienda sta cercando di organizzare percorsi di attività riabilitativa insieme all’ASL 7, nell’ottica di pianificare una gestione integrata del sistema. Teniamo presente che il territorio senese, includendovi anche le strutture ospedaliere in Valdelsa e Valdichiana, non risulta carente di posti letto codice 56>>.
<<Aggiungo che è in atto – ha concluso l’assessore – una rivisitazione di tutto il percorso riabilitativo. Attraverso la collaborazione tra le due aziende sanitarie senesi, infatti, sta per diventare operativa una specifica Agenzia di continuità ospedale territorio, denominata ACOT, che prenderà in carico tutte le dimissioni che presentino necessità riabilitative e di continuità di cura>>.
La consigliera Sabatini ha ringraziato l’assessore <<per aver riconosciuto – ha specificato – l’importanza del tema trattato e dell’interrogazione>>, ma si è dichiarata non soddisfatta dei contenuti della risposta del direttore generale Tosi, definita <<non correlata con il tema dell’interrogazione, in quanto incentrata sul percorso dismissivo e non sulla necessità di garantire, da subito, con tempestività, a questo particolare tipo di pazienti con patologia complessa ricoverati e in condizioni instabili, una fisioterapia intensiva e specializzata all’interno della stessa struttura ospedaliera di degenza>>.
Inoltre, ha aggiunto la consigliera, <<il responsabile fisiatra della fisioterapia intensiva deve essere un medico con anzianità nella disciplina specifica e non soltanto un possessore della specializzazione, come dichiarato da Tosi>>.
<<Chiedo pertanto al sindaco – ha concluso Sabatini – quale sarà il suo agire come massima autorità sanitaria cittadina sul tema in oggetto, considerata l’importanza di questi trattamenti fisioterapici intensivi>>.