Sono lieta di vedere che al centro del programma elettorale di Franco Ceccuzzi vi sia ancora la cultura e vi abbia particolare spazio il futuro del Santa Maria della Scala.
Voglio ricordare, però, che proprio il Santa Maria, grazie a Ceccuzzi, ha subito un danno gravissimo con la riduzione quasi a zero dell’orario di apertura e la cancellazione di importanti servizi. Ciò è accaduto perché durante il suo mandato non ha fatto quello che poteva e doveva fare, cioè bandire la gara d’appalto per i servizi educativi e di sorveglianza, che fin dal 2009 erano affidati in proroga a causa della sospensione e poi dell’annullamento della precedente gara da parte del Tar. Il reperimento di finanziamenti straordinari ha evitato la totale chiusura, ma non l’immiserimento culturale che peserà per anni sulla ripresa di questa istituzione di livello internazionale.
Gli accordi firmati qualche anno fa con il Ministero dei Beni Culturali, che già tracciavano il percorso per far crescere il Santa Maria, sono stati dimenticati in qualche cassetto; progetti museali praticamente pronti sono stati stoppati solo per ignavia; servizi educativi che si erano accreditati a livello nazionale sono stati chiusi dalla sera alla mattina. Intanto Ceccuzzi e la sua giunta, incapaci di sviluppare un progetto culturale solido, preferivano perdere tempo ad elaborare lo statuto di una futuribile Fondazione, che avrebbe dovuto miracolosamente risolvere i problemi.
Di tale Fondazione di partecipazione, che si è tentato di costituire senza alcun partner privato, la Giunta Ceccuzzi ha prodotto soltanto uno statuto completamente inadeguato, a partire dallo stesso nome – “Antico Ospedale Santa Maria della Scala” – più adatto ad una attività commerciale che a una seria realtà museale e scientifica. Inconcepibile è poi, tra le altre cose discutibili che vi si leggono, l’assenza della figura del direttore, che rivela l’intenzione di consegnare il museo nelle mani di un presidente di nomina politica.
Occorre una serietà maggiore verso tale questione, che non può essere trattata, come Ceccuzzi ha fatto anche nella precedente campagna elettorale, a spot generici di evidente carattere propagandistico, salvo poi dimostrare, nei fatti, una completa assenza di visione e di progettualità.
Laura Vigni – candidata a sindaco