Le Organizzazioni Sindacali Territoriali di categoria CGIL FP, CISL FP, UIL FPL, USB e la RSU riunite in assemblea oggi con i lavoratori e le lavoratrici delle Provincia di Siena denunciano la grave situazione che si potrebbe prefigurare se i tagli di un miliardo di euro contenuti nella legge di stabilità fossero confermati.
“In Toscana – spiegano i sindacati – le misure si traducono in un taglio di 96 milioni di euro, ai quali si aggiungono i 36 milioni imposti pochi mesi fa. Questo mette pesantemente a rischio l’erogazione dei servizi e lo svolgimento delle funzioni, e purtroppo in tantissime realtà provinciali e di citta’ metropolitane la messa in discussione degli equilibri di bilancio con conseguenze dirette sull’occupazione e sugli stipendi”.
“Dalle stime UPI (Unione Province Italiane) – sottolineano le sigle – l’effetto finanziario del Disegno di Legge di Stabilità sulla Provincia di Siena comporterebbe per il 2015 un taglio percentuale del 25,03% sulle risorse disponibili per i servizi, quindi 10.645.000 euro in meno rispetto ai 42.526.873 euro di risorse disponibili per il 2014”.
I lavoratori ritengono tutto ciò inaccettabile e chiedono:
- Quale futuro per i nuovi enti previsti dalla Legge Delrio?
- Con quali risorse sarà possibile mantenere il riscaldamento nelle scuole superiori e i servizi di pulizia per questo anno scolastico?
- Con quali risorse la messa in sicurezza e gestione della rete viaria?
- Con quali risorse gli interventi contro il dissesto idrogeologico?
- Quale futuro per i servizi al lavoro che in questi anni di crisi hanno accolto nelle sedi dei Centri per l’impiego migliaia di lavoratori licenziati, lavoratori in cassa integrazione, lavoratori precari?
- Quale futuro per tutte le funzioni ad oggi delegate?
- Quale futuro per la Polizia Provinciale e le Risorse Faunistiche?
- Quale futuro la politica vuol costruire per i dipendenti che con grande senso di responsabilità, nonostante gli attacchi subiti in questi anni, hanno continuato a svolgere quotidianamente il loro lavoro per garantire servizi essenziali ai cittadini?
“Vivere una condizione di incertezza lavorativa ormai da anni – spiegano i lavoratori della Provincia – è una condizione non più sostenibile. Dalle misure scoordinate, confuse e anticostituzionali del governo Monti alla riforma Delrio che con la complessità della sua vera attuazione rischia il fallimento, per i tagli imposti dallo stesso governo che l’ha approvata, trascinando dietro di sé la chiusura concreta dei servizi e la possibile perdita di posti di lavoro. Semplificare e riorganizzare il sistema istituzionale non può ancora una volta tradursi, anche per questo governo, nella sottrazione di risorse agli enti locali e quindi ai cittadini, ai lavoratori, ai sistemi economici locali”.
A fronte di questi scenari drammatici, le Organizzazioni Sindacali Territoriali di Categoria CGIL FP, CISL FP, UIL FPL, USB e la RSU Ente Provincia hanno proclamato, su mandato assembleare e in rappresentanza dei lavoratori e delle lavoratrici, lo stato di agitazione e “la messa in campo di ogni iniziativa utile a sensibilizzare l’opinione pubblica sui danni che una simile misura nella legge di stabilità potrà produrre nei prossimi mesi al nostro territorio in termini di servizi ai cittadini”.
“Si chiede con forza e determinazione alla Regione Toscana – spiegano i sindacati – di ricondurre tutti i percorsi ai tavoli di confronto con le organizzazioni sindacali previsti dai protocolli sottoscritti”.
Le Rappresentanze Sindacali hanno subito convocato un’assemblea-presidio per il giorno 12 Novembre davanti alla Prefettura di Siena. Nelle more della procedura della proclamazione dello stato di agitazione rappresenteranno al Prefetto la loro estrema preoccupazione e contrarietà rispetto al Disegno di Legge di Stabilità 2015.
“Rappresenteremo invece al Presidente della Provincia di Siena già nell’incontro di domani, 7 Novembre – concludono i sindacati – l’inderogabile necessità che i Sindaci, il Presidente stesso ed il Consiglio assumano da subito un forte impegno nel contrastare questa deriva normativa e il futuro disastro sociale, oltre a presidiare il patto di stabilità e gli equilibri di bilancio e ad iniziare un percorso serrato di confronto sulle dinamiche del personale e del livello organizzativo dei servizi. In caso contrario temiamo che, al di là delle dichiarazioni di intenti, tutto il processo di riordino si traduca soltanto nella dismissione di fatto dell’Ente”.