Mancano poche ore e i senesi si rtroveranno a cena per il veglione di capodanno – uno dei momenti topici dell’anno – sintesi di tutto ciò che per gli italiani “fa festa”: stare in compagnia, mangiare, bere e sfoggiare un abbigliamento borderline tra l’elegante e l’eccentrico. Che sfoci in un incubo o in una fiaba, il filo conduttore è sempre lo stesso: il cibo. Portate che introducono altre portate, secondo la miglior tradizione nostrana.
Ma non tutto il cenone vien per nuocere. E se è vero, come ricorda l’Università di Glasgow, che l’unico modo per smaltire le calorie accumulate nell’occasione è lanciarsi subito dopo in una lunga passeggiata, è anche vero che durante la cena del 31 dicembre si materializzano in tavola portate di una varietà sorprendente, con principi nutritivi preziosi che l’organismo nel tran tran quotidiano non assimila.
La rivista scientifica Livescience ha stilato l’elenco dei motivi per cui il cenone fa addirittura bene alla salute. Sottolineando ad esempio che il miele, che a capodanno accompagna spesso dolci e formaggi, secondo l’università di Urbana-Champaign in Illinois è un antiossidante che non ha nulla da invidiare a mele, arance e frutti rossi.
Stesso discorso per le verdure stufate: rape, spinaci, radicchio e cicoria, che quasi sempre fanno da contorno ai secondi, sono ricche di luteina, che secondo l’università del Maryland protegge gli occhi e previene l’affaticamento visivo. Altra sostanza che si assimila in quantità il 31 sera è il triptofano, amminoacido contenuto in pollo, tacchino e agnello, che secondo uno studio pubblicato nel 2005 su Science è talmente benefico che aiuta anche a combattere la sclerosi multipla.
La scienza rivaluta persino piatti apparentemente buoni solo a metter su pancetta, come i crostini, che secondo uno studio pubblicato nel 2002 sul Journal of Agricultural and Food Chemistry sono anticancerogeni perché la crosta del pane è otto volte più ricca della mollica di pronil-lisina, sostanza che si sviluppa con la cottura e che protegge dai tumori all’intestino.
Potenti antiossidanti, secondo una ricerca del Dipartimento dell’Agricoltura americano, sono anche il pepe, l’origano, il rosmarino e il timo, spezie che nelle grandi occasioni mangerecce insaporiscono quasi ogni portata, mentre per quanto riguarda il dessert il pezzo forte è la frutta, che a fine pasto per tradizione fa da preludio al dolce ed è ricca di vitamine essenziali.
La nota dolente restano cotechino, panettone e pandoro, “bombe” di sale e grassi. Altro fattore sottovalutato e che invece rappresenta il principale valore aggiunto della cena dell’ultimo dell’anno è infine la convivialità: mangiare tutti insieme, magari accompagnando le portate con un bicchiere di vino (senza superare i 3-4 in tutto) è un vero un toccasana per la psiche e l’organismo”. Considerata la propensione degli italiani a organizzare cene con minimo 15 invitati, possiamo quasi quasi dire che il cenone è il pasto più completo e salutare dell’anno. L’importante è non eccedere.