Lettera aperta al Rettore dell’Università di Siena

Angelo Riccaboni - rettore dell'Università di Siena

A nome di tutto il personale tecnico, amministrativo e CEL le scriviamo in quanto il mandato datoci dopo la settimana di mobilitazione è chiaro: il personale vuole risposte e le vuole subito. Non possiamo più aspettareoltre, e chiediamo a Lei, in quanto Rettore, di farsi garante e di esercitare il ruolo politico che Le è proprio per affrontare questa situazione. In questi 15 mesi di latitanza politica ha rinunciato al ruolo che le compete lasciando nelle mani della Direttrice Amministrativa troppe scelte. Per prima cosa vogliamo richiamare alcuni eventi che riteniamo utili alla comprensione delle questioni in agenda e che fanno comprendere la montante e perdurante rabbia del personale contrattualizzato. Lei in conferenza stampa di presentazione del bilancio ha dichiarato di non ritenere rilevante la mobilitazione e le assemblee del personale. Ci dispiace molto costatare che quando un numero altissimo di suoi colleghi sciopera per pretendere attenzione e soluzioni corrette, quando oltre 350 colleghi in due assemblee a distanza di pochi giorni si riuniscono per discutere, Lei non ritenga tutto questo rilevante.Reputiamo grave che nella sua carica di Rettore e quindi anche come rappresentante del personale contrattualizzato reputi poco rilevante tutto quello che è successo il 24 aprile ed il 27 aprile. Se Lei come Rettore è il primo ad esprimere questo giudizio sulle nostre rivendicazioni non ci stupiscono poi le dichiarazioni fatte in sede di CdA da parte di alcuni consiglieri e in altre sedi da parte della Direttrice Amministrativa nei confronti delle richieste legittime del personale contrattualizzato.

Quando sentiamo dichiarare che il personale è strumentalizzato per interessi personali di pochi, quando sentiamo criminalizzare e sminuire le rivendicazioni del personale vuol dire che è venuto meno un clima di rispetto, base minima per una serena quotidianità lavorativa. Tutto questo Lei in quanto Rettore non può accettarlo e deve ristabilire il confine del confronto. Qualcuno potrà dire, e forse Lei per primo, che l’occupazione del CdA è un episodio grave che supera il confine che noi richiamiamo, ma Le rispondiamo di no, non è così. La rabbia di oltre 350 colleghi si può manifestare anche in forme forti, e spiacevoli per alcuni, ma non ledono la libertà di nessuno, rimarcano la gravità della situazione, l’esasperazione. Quando sentiamo dichiarare da Lei, sempre in conferenza stampa, che la questione dei CEL non è conclusa perché i giudici non si sono espressi in modo definitivo rimaniamo esterrefatti. Le sentenze sono o no esecutive? La forza di espressione della nostra rabbia è proporzionale alla mancanza di soluzione dei problemi.

 

Non possiamo accettare poi che la Direttrice Amministrativa e anche alcuni consiglieri di amministrazione, usino forme di pressione palese in diverse sedi legate alla presenza di esuberi nell’Ateneo. Parlare di oltre 130 esuberi entro fine anno, senza spiegare e argomentare tale affermazione alle OO.SS. e alla RSU in sedi ufficiali, serve solo a creare panico ed è un comportamento irresponsabile per un dirigente pubblico quale è la Direttrice Amministrativa, ed è reso ancora più grave dal comportamento di alcuni consiglieri di amministrazione che hanno sostenuto tali posizioni a latere della seduta del 27 aprile con i rappresentanti del personale tecnico, amministrativo e CEL che siedono in CdA. Questo atteggiamento serve solo a mettere in difficoltà chi ha avuto il coraggio di esprimere posizioni forti.

 

E’ suo preciso obbligo morale impedire e denunciare questi atteggiamenti offensivi e lesivi della dignità della persona e ristabilire come già detto un corretto confronto delle parti. Quello che noi chiediamo da mesi e che abbiamo posto sul tavolo in più occasioni sono riassunti in quattro sostanziali punti. Chiediamo una discussione vera sulla riorganizzazione dell’Ateneo che viene ridefinito dal nuovo Statuto e che la Direttrice Amministrativa sospenda laprassi in atto di emanare singoli provvedimenti di attribuzione di incarichi che vanno spesso a configgere con l’attuale organizzazione (ancora incompiuta in molti settori nonostante il tempo trascorso) e con le competenze riservate alle organizzazioni sindacali in merito alla concertazione. Certo ora siamo convocati, il 14 maggio p.v., per la presentazione di un analisi dei carichi di lavoro del personale nei dipartimenti, ma lo si fa quando ormai è, già, di fatto tutto o quasi deciso. A giugno il personale verrà assegnato ai nuovi dipartimenti. Nello Statuto del nostro Ateneo si dice chiaramente che le sezioni dei Dipartimenti non possono avere personale amministrativo e tecnico assegnato. Vigileremo affinché questo dettato statutario venga rispettato. I percorsi di confronto di tale importanza si costruiscono insieme non si presentano a cosa fatte. La Direttrice Amministrativa ha scelto, insieme a pochi, sui carichi di lavoro e sulle competenze e senza alcun confronto con le OO.SS. e la RSU.

Visto poi che si parla di esuberi, se questi sono reali, e non solo una forma di minaccia e pressione, non era il caso di parlarne? Solo due mesi fa la Direttrice Amministrativa ha presentato, secondo le norme, un documento in cui dichiarava che nel nostro Ateneo non vi sono esuberi e questo per riattivare la possibilità di ricorrere a contratti su fondi esterni. Delle due quale è vera?Chiediamo un confronto da settembre sui regolamenti che discendono dal nuovo Statuto. Il regolamento elettorale e quello sulle strutture scientifiche sono vitali per capire quale ruolo avranno due delle tre componenti della comunità universitaria: personale contrattualizzato e studenti. Da settembre di fatto le commissioni ristrette composte da docenti, il cui incarico non è mai stato approvato da alcun organo, hanno scritto questi regolamenti. Ora, quando tutto il lavoro è in fase conclusiva si cerca il confronto con la Commissione Statuto e con i rappresentanti del personale in CdA, ma non si convocano le OO.SS. e la RSU. Soprattutto però tutto questo avviene quando la partita di fatto è già chiusa quando i testi sono già scritti. Ci chiediamo se ci si rende conto che i futuri dipartimenti in alcuni casi arriveranno ad avere oltre 60 tecnici e amministrativi assegnati, e quale rappresentanza verrà garantita a numeri così elevati di colleghi in seno ai Consigli di Dipartimento? Di certo i docenti che hanno scritto i regolamenti non hanno ragionato su questioni di tale genere.

 

Vi sono poi infine le due questioni economiche importanti che ledono in differente maniera i diritti del personale contrattualizzato, la sospensione del salario accessorio e la soppressione dell’integrativo dei CEL. Le scelte operate dalla Direttrice Amministrativa in quest’ambito sono state di totale chiusura e di ostinata rigidità. Come dirigente pubblico deve conoscere e suggerire a Lei le conseguenze della scelta di portare il personale solo verso il percorso giudiziale. I costi a cui l’Ateneo verrà esposto sono ingenti e si possono già vedere solo tenendo conto di quanto già è stato sentenziato sui CEL da parte dei giudici del lavoro. Ricorrere sempre contro lo stesso genere di ingiunzione di pagamento presentata dai CEL quando la prima è già stata persa ha del paradossale. Per i CEL la questione è fondamentale avendo perso dal 40 al 60 % della retribuzione. Ora nel corso dei prossimi mesi arriveranno altri ricorsi, quelli sul salario accessorio, e arriveremo ad un livello del contenzioso elevato, oltre 400 ricorsi, in nome di cosa? Sospendere il salario accessorio è stato un atto illegittimo e lesivo dell’efficienza dell’Ateneo. Il personale contrattualizzato ha continuato a fare il suo dovere, ma è arrivato al limite. Il salario accessorio non è la questione fondamentale, ma è la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

 

La prossime scelte di mobilitazione dipenderanno in massima parte da quello che Lei deciderà di fare: dare ascolto alle richieste di 1000 colleghi contrattualizzati oppure lasciare nelle mani della Direttrice Amministrativa la totale distruzione di un minimo di senso della comunità che ha contraddistinto questo Ateneo. Del personale contrattualizzato lei ha deluso chi l’ha votata e non ha saputo trovare la fiducia di chi non l’ha votata, sta a Lei ora decidere cosa vuole fare, come Rettore deve esercitare quel ruolo politico che lo Statuto Le riconosce e non demandarlo alla Direttrice Amministrativa.

 

RSU d’ATENEO, CISAL, CISAPUNI, CISL, FLC-CGIL, UGL-INTESA, UIL-RUA, USB P.I.