Un presidio contro la caccia. Un presidio rumoroso e pacifico ma durante il quale si sono a quanto pare vissuti anche momenti di tensione, sedati all’istante da due carabinieri presenti sul posto. “Non è stata una semplice goliardata”, ha commentato l’autore di questo gesto, il consigliere provinciale di Fratelli d’Italia Lorenzo Rosso. Che ieri mattina all’alba si è messo in marcia nei boschi che circondano l’abitato di Montaperti per dire no alla caccia.
Neo animalista convinto Lorenzo Rosso è ormai diventato un animalista convinto: si è segnalato alcuni mesi fa nella battaglia contro la caccia alle volpi in tana, adesso torna protagonista con il presidio di ieri mattina all’alba. Lo aveva annunciato con numerosi post su facebook nei giorni scorsi e l’ha realizzato. In compagnia di sei amici e con tamburi, fischietti e trombette è andato incontro ai cacciatori. “Lo abbiamo fatto – ha scritto ancora Rosso su facebook – armati di tanto amore verso gli animali”.
Secondo quanto raccontato dai manifestanti contro la caccia, non sono mancati i momenti di tensione. A quanto pare, infatti, alcuni cacciatori non avrebbero gradito l’intrusione di Rosso e dei suoi amici manifestanti. “Una pattuglia di carabinieri era presente per tutelare il presidio – racconta il consigliere provinciale – quando ad un tratto alcuni cacciatori si sono innervositi per la nostra presenza e hanno iniziato ad inveire contro di noi. Qualcuno si era scaldato eccessivamente, a mio avviso. Non è successo niente di grave né straordinario, ma i due carabinieri sono comunque dovuti intervenire per placare gli animi”. Continua dunque la battaglia del neo-ambientalista Rosso che non si dà per vinto. Lo vedremo ancora nei boschi della provincia di Siena “armato di trombette, tamburi e fischietti contro i cacciatori”?
“Questo nostro gesto va interpretato come un momento di sensibilizzazione verso il tema dell’abolizione della caccia, al di fuori dei contenimenti di alcuni specie su cui si può anche discutere. Noi non ci fermeremo”, prosegue Rosso.
Il consigliere provinciale ha pubblicato ieri sul suo profilo facebook fotografie e commenti al presidio della mattinata. E sui post si è ripetuta la diatriba tra chi è in favore e chi contro la caccia. Tra i numerosi post di commento anche quello, particolarmente critico, di Simonetta Losi: “Io non sono contro la caccia, per vari motivi – ha scritto -. I cacciatori pagano le tasse, pagano il diritto di andare a caccia in termini di porto d’armi e tesserino venatorio. I cacciatori, quelli seri (che sono la maggioranza, ve lo dico per conoscenza diretta) non sparano alle specie protette, non sparano in certi periodi dell’anno. Si attengono ai regolamenti venatori. Chi non lo fa rientra nella categoria bracconiere, che è un’altra cosa. Illegale e perseguibile per legge. Chi spara ha una conoscenza approfondita delle specie animali, riconosce gli uccelli al volo, ne conosce le abitudini. Il cacciatore deve rispettare la distanza dalle case, 200 metri, se qualcuno non lo fa chiamate la Forestale. Vi scandalizzate tanto per gli uccellini e mangiate i polli allevati in batteria e i maiali ingrassati a forza. Io non sono vegetariana. A me la cacciagione piace. Magari avessi la possibilità di mangiare sempre animali cresciuti in natura. I cacciatori non sparano per il gusto di uccidere. La caccia è un’altra cosa e l’animale cacciato viene mangiato. Rientra nella catena alimentare. Allora: o decidiamo di diventare tutti vegetariani oppure smettiamola di fare queste iniziative per avere una cassa di risonanza”.
Gennaro Groppa