Ieri, chi ha ascoltato Bruno Valentini e Matteo Renzi, insieme, parlare di Siena e della sua straordinaria capacità di creare bellezza e ricchezza sociale ed economica è tornato a casa con la fierezza e il coraggio di chi sa che da queste parti passa da sempre una magia collettiva, intellettuale e fattiva che ci libererà non solo dall’angoscia generata dai disastri di chi sarà chiamato a pagare dalla Giustizia ma anche da quella propagandata da coloro che, in questa campagna elettorale, non hanno altro da offrire se non la prospettiva di un gelido buio nel quale Siena dovrebbe accartocciarsi convincendosi che la sua storia è finita.
Grillo ha purtroppo, ancora una volta, deluso chi ha creduto nel suo progetto di destrutturazione della politica nella convinzione che, poi, sarebbero emersi un nuovo modello e delle nuove risposte che, invece, non ci sono. Rimane, invece, soltanto la superficiale volgarità del suo linguaggio che sconfina nell’indifferenza rispetto alla conoscenza delle cose, delle persone e della storia (chi si scorderà più che, per Grillo, i senesi sono ‘maremmani’?).
Per non parlare dell’alleanza ‘composita’ che sostiene Eugenio Neri e che sembra ricomporre al suo interno, con soggetti politici che vanno da sinistra a destra, il quadro politico del recente passato senese che, purtroppo, ha condiviso un metodo di governo nel quale, in molte scelte determinanti, maggioranza e opposizione erano dalla stessa parte: e gli effetti si sono visti.
Votando Bruno Valentini, come ha detto ieri Renzi, Siena e tutta la Toscana potranno contare su un amministratore competente ed esperto, non compromesso e libero, innovatore, promotore della libertà d’impresa (consapevole del particolare valore di quella sociale!), che ha a cuore la creazione di lavoro che ne consegue e la necessità di rendere semplice ciò che da anni la burocrazia ha reso quasi impossibile; che ha in mente la priorità delle tutele sociali (asili nido in testa!) e che pensa che il paziente sia l’unico ‘pezzo grosso’ che si possa incontrare in Ospedale; che guarda alla cultura come voce di ricchezza economica e sociale e non come orpello costoso e che disegna lo sviluppo del turismo pensado a tutte le leve per rendere quanto mai desiderabile e godibile una città unica che va però comunicata al mondo come si deve e come merita; che sa che dalle Università, dalla ricerca, dagli incubatori di impresa, dalle scienze della vita, dalle sinergie di alta specializzazione in una dimensione urbana estesa ai territori vicini può sprigionarsi tutta l’energia positiva che deriva dalla concentrazione di intelligenze, di lavoro qualificato, di stile di vita materiale e spirituale di straordinaria forza magnetica; che ritiene che la storia di un civismo come il nostro, che si riflette negli invidiabili livelli di solidarietà frutto di uno spirito associativo consolidato nei secoli, sarà ancora la vera forza trainante che dovrà mettere insieme democrazia, equità, sostenibilità fiscale, sviluppo e redistribuzione della ricchezza; che, infine, vuole una Banca che resti legata a Siena non per velleitaria affermazione propagandistica ma perché qui e in tutta la Toscana c’è un tessuto economico e sociale che merita ancora di ricevere credito e ricchezza per il suo grado di competitività e innovazione e per l’adeguatezza e la competenza di una nuova classe dirigente, alla guida delle istituzioni pubbliche e private, che non sacrificherà più, per niente e per nessuno, gli interessi della propria comunità. Siena ha ancora un grande futuro.
Fulvio Mancuso