Il bilancio di un Ente locale è prevalentemente un atto politico, più ancora che ragionieristico. Credo che mai come in quest’anno sarà un atto politico. Un anno, il 2012, nel quale l’Amministrazione dovrà riflettere sulle prospettive che, sulle difficoltà, ma anche sulle opportunità che possono scaturire dalla crisi finanziaria, come sempre accade dai momenti di difficoltà. Una difficoltà legata anche agli indirizzi di carattere generale del nostro Governo, che in questo momento sta svolgendo un’azione importante per portare il Paese fuori dalle secche in cui è precipitato e che lo porta ad intervenire duramente anche con gli Enti locali.
Volevamo approvare il bilancio entro il 2011, come risposta alla sfida che ci veniva posta, come segnale ai cittadini, per favorire un migliore scorrimento, non andare in dodicesimi. Non ci siamo riusciti per poco e non per colpa nostra, ma perché la somma dei decreti e dei cambiamenti che ci sono stati nel periodo in cui preparavamo il bilancio ci ha costretti, molto spesso, a modificare previsioni già assestate. Lo “scorrimento” è breve, e ci conforta essere riusciti a portare all’attenzione della città e del Consiglio comunale il bilancio in tempi molto più brevi che non nel passato. La crisi economica e finanziaria del nostro Paese, non ci tranquillizza su eventuali nuovi interventi governativi. In questo quadro l’Amministrazione comunale si è imposta alcuni principi, alcune regole: riorganizzare il personale in termini di efficienza e di controllo dei costi, inducendo anche una diminuzione dei costi, tra l’altro in parte frustrata dalle nuove norme sui pensionamenti, che impedirà ad alcuni dipendenti, ad alcuni colleghi di andare in pensione; un severo rigore sulle spese.
Le azioni dell’amministrazione comunale Abbiamo cercato di porre ai limiti minimi possibili su tutto ciò che è stato possibile fare, magari con la speranza di ridare qualche soldo durante l’anno. Lavoreremo, poi, nei rapporti con le società che erogano servizi all’Amministrazione comunale e sui contratti di servizio in scadenza. Un’attenzione particolare la rivolgeremo verso i ceti più deboli, che più di tutti scontano le difficoltà di questa crisi, e che quindi più di tutti hanno la necessità di essere tutelati. Abbiamo iniziato un tentativo di ‘sganciamento’ del contributo della Fondazione del Monte dei Paschi, del nostro bilancio, perché dobbiamo fare il bilancio indipendentemente dagli apporti che potranno arrivare. Eravamo tributari per 10 milioni nel 2006, per la Fondazione Monte dei Paschi, nel bilancio di parte corrente, sono 5 quest’anno, e lavoreremo per assottigliare ulteriormente questo importo. C’è poi un progetto di sviluppo e di crescita, in un momento nel quale le difficoltà finanziarie sono evidenti, altrettanto importante è progettare il futuro e trovare anche nuove forme di finanziamento e nuovi sistemi con i quali incrementare, sviluppare e dare impulso allo sviluppo del nostro Comune e del nostro territorio”.
I tagli e la diminuzione delle risorse Negli ultimi due anni abbiamo ricevuto 10 milioni di trasferimenti in meno, dal bilancio statale e anche dal bilancio regionale. Questo ha portato l’autonomia del bilancio del Comune al 95 per cento. Un dato che potrebbe inorgoglirci, se non scaturisse dal fatto che le risorse sono diminuite. Il prossimo anno, con l’introduzione della nuova tassa RES ‘rifiuti e servizi’, non è improbabile che sia il Comune di Siena a dover dare qualcosa allo Stato, e quindi portare al 100 per cento l’autofinanziamento. La sfida è mantenere alti gli standard dei servizi, valorizzando in particolare gli interventi sul sociale e sul sociale allargato, anche in ragione del programma e del dibattito all’interno dell’Amministrazione comunale. I tagli quest’anno sono ancora più pesanti. Noi siamo da sempre il capoluogo di Provincia che prende meno trasferimenti dalla Regione e tra quelli che prende meno trasferimenti dal Governo centrale. Un trend ulteriormente con gli ultimi tagli. Siamo il diciannovesimo Comune per i tagli pro capite che sono stati fatti quest’anno.
Quest’anno, inoltre, verrà introdotta l’imposta municipale unica. Un’imposta statale, che denota uno ragionamento di questo: ‘noi’, lo Stato, vi tagliamo di più, perché “voi”, comuni turistici, possiate mettere la tassa di soggiorno. Questo trasforma e ha trasformato l’Amministrazione comunale di Siena, ma non solo, quasi come sostituti di imposta. Noi facciamo brutta figura con i cittadini e i soldi vanno da un’altra parte. Siamo consapevoli delle difficoltà del Paese, però diciamo che avrebbero potuto chiamarla “ISI”, imposta statale sull’immobile. In questo quadro gli obiettivi che ci siamo posti, sono quelli di non diminuire i servizi cercando, in particolare sul sociale, di non aumentare le tariffe attribuendo al massimo il nuovo aumento dell’Istat. Per quanto riguarda le entrate, l’addizionale IRPEF rimane simile a quella precedente. C’era un’esenzione fino a 12mila euro, che viene confermata. Da 12mila euro a 18mila si pagava lo 0,6. Questo scalone è stato portato a 15mila, perché il decreto ci ha imposto di legarlo agli scaglioni di reddito per l’IRPEF nazionale. Quindi lo portavamo a 15 o a 27. A 27 sarebbe stato troppo oneroso, quindi è stato portato a 15, e da 15 in poi si paga il 7 per mille.
Tassa di soggiorno Per quanto riguarda la tassa di soggiorno, si prevede un’entrata di 1milione e 700mila euro. C’è un regolamento in fase sperimentale, che tra l’altro prevede anche esenzioni per categorie che soggiornano a Siena per particolari motivi, sostegno a persone ospedalizzate o lavoratori. E’ un sacrificio importante che è stato chiesto a questo settore, al quale noi dovremo dare anche risposte. Stiamo lavorando in questo senso, per sostenere il turismo, per sostenere l’economia legata a questo settore economico, ma ci è sembrato anche giusto, non solo perché quasi imposto, ma anche giusto far sì che chi viene a Siena possa pagare una piccola tassa, considerando anche i sacrifici che vengono chiesti ai senesi, che contribuiscono, ai servizi che la città offre. Per quanto riguarda le tariffe e l’aumento dei costi, sta all’interno dell’Istat.
L’imposta municipale unica L’IMU prevede l’aumento del 60 per cento per le rendite attuali catastali, sulle quali viene reintrodotta la tassa sulla prima casa, che va dal 2 al 6 per mille. Il Comune può metterla tra il 2 e il 6 per mille. La tassa che riscuote il Governo è il 4 per mille: se si sta sotto ci deve mettere i soldi il Comune, se si sta sopra il 4 i soldi li prende l’Amministrazione comunale. Noi abbiamo confermato il 4 per mille, la tassa minima che è quello che poi va al bilancio statale. Le detrazioni sono di 200 euro per ogni famiglia, più 50 euro, per un massimo di quattro, per i figli sotto i 26 anni. L’altra tassa riguarda tutto ciò che non è prima casa ed è del 7,6 per mille, al quale si possono aggiungere delle percentuali da parte dell’amministrazione comunale. Abbiamo portato al 10 per mille la seconda casa, individuata come rendita, e portato all’8 per mille tutto ciò che non è prima casa, e quindi che è attività produttiva, aree fabbricabili. E’ una scelta politica che punta a tassare la rendita e non tutto ciò che concerne l’attività produttiva. Ci sono, in questo, delle contraddizioni: non sempre la seconda casa è una rendita, così come non sempre un’attività produttiva non è rendita. Il decreto che ha istituito l’IMU, però, è molto preciso e non prevede deroghe, quindi tutta quella serie di benefici che l’Amministrazione comunale di Siena aveva assegnato spariscono. E’ un “buco” nella legge che ci auguriamo venga in qualche modo coperto da una visione un po’ più sociale di questa tassa. Sono due soli momenti nei quali la seconda casa, può “pagare” l’ICI prima casa: un anziano ricoverato, che mantiene la residenza e non affitta la casa nella quale abitava o, in caso di una separazione, un proprietario che lascia la casa, perché vi rimane il coniuge con i figli e quindi ha diritto, comunque, ad essere riconosciuto come prima casa. Solo questi due casi sono inseriti all’interno della possibilità di esenzione, che ovviamente l’Amministrazione comunale ha messo nel proprio regolamento.
Blocco delle assunzioni, no a nuovi mutui I tassi in questo momento sono definiti, dal nostro direttore amministrativo finanziario, tossici, ma è stata inserita una norma per la quale non potremo superare la percentuale del rapporto tra interessi passivi e volume del bilancio dell’8 per cento nel 2012, del 6 nel 2013 e del 4 nel 2014. Il che significa impossibilità sostanziale di poter finanziare gli investimenti con nuovo indebitamento. Per quanto riguarda il sociale c’è una diminuzione del volume, ma non della percentuale in rapporto al bilancio e la diminuzione del volume dei soldi che vanno al sociale è determinata da minori trasferimenti finalizzati. Per quanto riguarda il Comune, state rifinanziate le voci di propria competenza e si cerca di attenuare gli effetti dei minori trasferimenti finalizzati. Nessun taglio è prevista alla voce “turismo”, mentre si cerca di ovviare agli tagli con il recupero dell’efficienza e, come ho detto, anche con minori costi del personale. In questo quadro di grosse difficoltà, noi abbiamo anche cercato di rafforzare e rendere meno fragile il nostro bilancio, abituato a ben altri importi e ben altri sostegni.
Ci sarà per quest’anno, e lavoreremo per questo, un pareggio senza alienazioni, anche perché le alienazioni potranno essere uno degli elementi di finanziamento degli investimenti. La legge 10, sui proventi delle concessioni edilizie, che in parte venivano messi in bilancio nella parte corrente, sono spostati tutti verso gli investimenti, così che noi potremo fare qualche investimento in un anno in cui non potremo indebitarci. Così sarà possibile terminare i lavori a San Miniato, intervenire su San Marco, finire la strada del Ruffolo. L’unico effetto positivo di tutto ciò che vi ho illustrato è che nel 2013 il nostro indebitamento passerà dai 125 milioni del 2010 agli 89 del 2013, che solo casualmente è pari all’indebitamento che l’Amministrazione comunale aveva nel 2001. Saranno 78milioni, invece, nel 2014. Io mi auguro, invece che questo debito, pur sotto controllo, possa continuare a salire, perché il benessere e la qualità della città dipende passa anche dalla capacità di investimento.
Non potremmo più contare sul federalismo, servirà una forte innovazione e delle politiche e delle prospettive, un controllo dei costi quasi maniacale. Ringrazio i nostri uffici per il lavoro che è stato fatto in questo periodo e per quello che faranno nel periodo che affronteremo. Un lavoro per un’equità fiscale e sociale, una centralità del Comune che rilanci l’economia e la qualità amministrativa di questa città, attingendo a quelle risorse culturali ed economiche di cui la città è ricca e che possono diventare lo strumento per una nuova e importante fase di sviluppo.
Mauro Marzucchi vicesindaco del Comune di Siena