Masi: ‘Portiamo avanti la proposta per il progresso della società’

Alessandro Masi

Oggi un’idea chiara è più forte di un’idea nuova! Con questo coraggio dobbiamo portare in avanti la proposta per migliorare le uguaglianze, che oggi non riescono più ad alimentare quella mobilità sociale necessaria per il progresso della società. L’organizzazione istituzionale e sociale del paese e quella della sua economia sono il segno più evidente di questa frammentazione burocratica che sancisce distanze, divisioni e disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza, nella capacità di affermazione dei talenti ed una crisi generale di rappresentanza e di tutela dei diritti”, commenta Alessandro Masi, coordinatore provinciale senese della mozione Cuperlo.

“Se l’idea di modificare il ruolo delle Province nasce da una constatazione utile, che non è il debole motivo dei costi della politica, ma il superamento del concetto napoleonico di Provincia come articolazione base dell’organizzazione delle comunità e dei loro lavori, è altrettanto chiaro, però, che una realtà come la nostra senese è più difficile mettere in discussione questa esperienza, che ha prodotto davvero solidarietà e coesione tra cittadini e territori. Ecco che risulta complicato condividere un processo incerto di riforma che lascia la via vecchia per un nuovo ignoto e poco convinto. Oltretutto, si tratta di un processo portato avanti più con le leggi finanziarie che con le corrette forme previste dalla nostra Costituzione; così che, di fatto, la Provincia viene pian piano svuotata della propria capacità di governo con  tagli sempre più consistenti alle risorse.

I territori, intanto, stanno facendo esperienza prima con le gestioni associate di funzioni e poi con le funzioni associate delle unioni dei Comuni, per una riorganizzazione dei servizi che serva a garantire universalità e pari opportunità nell’accesso per mantenere la coesione sociale e la vitalità dell’intero territorio. Infatti, in un momento di asfissia delle finanze pubbliche dei bilanci, rimanere fermi sui livelli attuali di assetto dei servizi significa per un territorio perdere organizzazione, posti di lavoro e servizi. Quindi, non è un tema solo dei cittadini utenti ma anche dei lavoratori e delle parti sociali. Bisogna riconoscere che ancora non si riesce a portare avanti con la necessaria determinazione questo processo, che invece è fondamentale per mantenere i servizi sui territori e quella cura che serve ai cittadini e alle reti dei lavori e dell’economia per progredire.

In questo momento, non è in discussione solo l’organizzazione istituzionale: le leggi di riordino della spesa pubblica hanno innescato un inesorabile processo di riassetto dei servizi pubblici locali e della sanità sul territorio. Siamo quindi di fronte ad una vera evoluzione delle infrastrutture sociali sul livello locale, cui si aggiunge il tema dell’integrazione di un capitale sociale in continua mutazione nella sua composizione e diversità. Usando un’immagine, si potrebbe azzardare che dal modello a cerchi concentrici del decentramento si passa all’intreccio delle reti: sicuramente più disordinato, ma forse più capace di mobilità e sinergia tra le differenti componenti della società, un nuova frontiera della sussidiarietà orizzontale e di sinergie solidali tra organizzazioni e lavori.

In  questa delicata  tela delle reti –conclude Masi -si colloca la responsabilità della politica di preservare ed accrescere il capitale sociale e quello produttivo dell’economia e dei saperi, in questo territorio come nell’intero Paese. Occorre un ruolo attento, attivo e competente, che abbia il coraggio del rilancio con il sacrificio di affrontare questioni come quelle del costo del lavoro e del contrasto assoluto all’evasione fiscale come strumenti per recuperare margini di coinvolgimento di generazioni che altrimenti rischiano di non venire mai coinvolti nei processi lavorativi. Una politica che marci insieme con il sindacato, il volontariato, la operazione ed il mondo dell’impresa per un mercato che distribuisca meglio la ricchezza e tuteli più la sostanza dei diritti, che viaggi, insomma,  con una visione chiara e responsabile del mondo, più utile in questa fase del sogno nuovo che ogni volta si tira fuori per mettere il popolo in cammino”.