Frode, tarocco, contraffazione, sofisticazione, bufala. Agli scandali come l’olio extravergine sequestrato nel senese, al blitz nei confronti del gruppo caseario Mandara, che ha stroncato la truffa internazionale delle mozzarelle, fin ai clamorosi casi che hanno coinvolto gruppi molto importanti come Carapelli (sospetta frode alimentare) per non parlare dell’auto-gol Simest, gli agricoltori della Coldiretti dicono basta. Martedì 24 luglio di fronte al Consiglio Regionale oltre cento agricoltori senesi, insieme ai colleghi regionali, si uniranno in un presidio per chiedere etichette trasparenti, divieto di utilizzo di marchi ingannevoli e controlli. Chiamatela esasperazione, ma questa volta gli agricoltori Coldiretti fanno sul serio. Lo avevano promesso all’indomani della decisione di costituirsi parte civile nel processo contro l’azienda olearia Valpesana Spa, accusata di illecita miscelazione di olio d’oliva con materie prime di categoria o di altra provenienza, e lo faranno martedì 24 luglio quando, dalle ore 9, si ritroveranno di fronte al Consiglio Regionale a Firenze in Via Cavour per chiedere, il sostegno alla proposta di legge salva olio Made in Italy che attualmente è in discussione al Senato. “Gli agricoltori Coldiretti Siena faranno sentire la loro voce e le loro ragioni perché – spiegano Fausto Ligas e Massimiliano Volpone, rispettivamente presidente e direttore Coldiretti Siena – se i processi di filiera fossero chiari e i consumatori potessero avere la possibilità di capire cosa si nasconde in ogni prodotto, saprebbero che la produzione di olio prodotto da olive del territorio senese (kg 2.764.000) non è sufficiente neanche a soddisfare il fabbisogno teorico provinciale pari a 3.510.000 Kg di olio (in altre parole è meno della metà di quanto sequestrato nelle scorse settimane). Questi numeri sono emblematici e danno la cifra della dimensione del problema soprattutto se aggiungiamo che l’olio di alta qualità, ovvero quello certificato Dop e Igp arriva appena a 5.500 quintali”. Numeri chiari per richieste altrettanto chiare: dichiarazione evidente dell’origine in etichetta, che rendano immediatamente riconoscibile il prodotto italiano e toscano, divieto di utilizzo di marchi capaci di evocare radici territoriali inesistenti e possibilità di verificare il prodotto anche con analisi sensoriali e non solo chimiche.