È con qualche apprensione che ci apprestiamo a vivere l’ennesima assemblea degli azionisti di Mps, ovvero della Banca con la B maiuscola. Una volta avremmo detto della Banca di Siena. Assemblea che sarà chiamata ad approvare i risultati di bilancio, ad eleggere il nuovo consiglio di amministrazione ed infine a lanciare l’ennesimo aumento di capitale sociale. Ci asteniamo da qualunque considerazione rispetto al toto nomi di questi giorni, visto che le nomine non sono di nostra competenza. Quello che ci interessa sottolineare, con molta preoccupazione, è l’attuale assenza di orientamenti ed indicazioni da parte delle istituzioni cittadine, tese a sollecitare indirizzi validi per le aspettative del territorio, che potrebbero essere definitivamente compromesse da scelte non adeguatamente ponderate.
Infatti la Banca sarà chiamata non solo a realizzare la nuova raccolta di capitali, ma anche a definire le strategie future per sé e per l’area di riferimento. Se infatti nella compagine societaria la presenza della Fondazione è ormai marginale, nella realtà la Banca ha ancora forti legami con il territorio, sia per la presenza della direzione generale, sia per lo storico rapporto Banca-imprese e Banca-cittadini come fornitore di servizi e credito. Tutto questo non può e non deve essere ignorato. Le imprese hanno bisogno di credito e come da indicazioni della Banca d’Italia, gli istituti devono tornare ad erogarlo con continuità, affinché le aziende possano agganciare la ripresa economica che sembra partire in questi mesi.
Le indicazioni generali sembrano suggerire la inevitabile aggregazione con altri partner con il rischio, tutt’altro che improbabile, di dover assistere al forte ridimensionamento se non addirittura alla perdita della direzione generale sul territorio senese e toscano.
In Italia sembra finalmente prendere corpo, anche su sollecitazione di Banca d’Italia, uno scenario che prevede varie azioni: la costituzione di una badbank (su cui far confluire i crediti problematici del sistema), l’ingresso dello Stato nel capitale di Banca così da consolidare gli assetti patrimoniali della stessa, la raccolta sul mercato di risorse assolutamente non marginali (otto miliardi in meno in dodici mesi); infine, il definitivo risanamento aziendale (almeno stando a quanto affermato dal management della banca stessa).
Questi elementi consentono di affermare che esistono le condizioni per rilanciare una strategia alternativa ad un eventuale processo di acquisizione e integrazione con altri soggetti bancari. Una strategia basata sull’efficienza, sulla redditività e l’autonomia della banca stessa. È su queste basi che occorrerebbe definire le caratteristiche del management e gli indirizzi da sottoporre alla attenzione degli azionisti. Non è dunque una questione di nomi, ma della visione del futuro.
Rete Imprese Italia Siena (Confesercenti, Confcommercio, Confartigianato e Cna)