La Fondazione Mps, con il ricavato dalla cessione di una quota pari 11,98 per cento delle azioni di banca MPS, detenute in portafoglio, si è garantita la possibilità di estinguere il debito nei confronti dei creditori, ed ha così corrisposto, nel poco tempo rimasto a disposizione, all’unica scelta possibile per rimettere in equilibrio il bilancio e conservare una partecipazione nella Banca Mps. E’ stato così portato a compimento il percorso avviato dalla precedente deputazione e del precedente provveditore che per vendere le azioni avevano utilizzato finestre di mercato anche più favorevoli. Ciò in attuazione di propri ed autonomi atti di indirizzo della Fondazione Mps che avevano colto anche le aspettative degli enti nominanti, espresse con le mozioni dei rispettivi consigli, come quella del Comune di Siena dell’ottobre 2013.
Ora per completare un giudizio già positivo su questa operazione occorre attendere sia il buon esito dell’aumento di capitale ,che chiude una fase di “amministrazione straordinaria” della Banca Mps, e di conoscere quali siano i profili dei nuovi investitori, auspicando che gli acquirenti abbiano obiettivi di lungo periodo e vadano a comporre un’aggregazione di azionariato stabile di cui possa far parte anche stesa la Fondazione Mps.
E’ stato compiuto, in ogni caso, un passaggio importante che è stato reso possibile solo grazie ad un lavoro che da due anni e mezzo ha visto un radicale cambiamento, fatto di scelte coraggiose che hanno ribadito attraverso più decisioni , la necessità di marcare l’ autonomia e l’indipendenza di Banca e Fondazione, andando ad innalzare la competenza e la professionalità delle rispettive Presidenze e Direzioni, a partire dal rinnovamento dei vertici di Banca Mps, agli atti di indirizzo approvati dal Consiglio Provinciale e del Consiglio Comunale insediato lo scorso giugno, fino alle nomine del vertice della Fondazione. Scadenza, quest’ultima, nella quale non sono mancate scelte effettuate con la spinta di forze conservatrici che miravano a politicizzare le nomine in una fase tanto delicata.
L’autonomia, l’indipendenza oltre alla competenza dei vertici hanno garantito, anche con un rapporto dialettico, la tutela di entrambi i soggetti Banca e Fondazione, come il Partito Democratico ha richiesto con forza in questi mesi.
La sfida che ha di fronte la città è sempre la stessa degli ultimo tre anni: tenere insieme sia la salvaguardia del patrimonio della Fondazione Mps, che rilancio della Banca, con la salvaguardia dei livelli occupazionali, la costruzione di una governance che possa assicurare il legame con Siena, ma anche lo sviluppo commerciale della Banca stessa. Scongiurando il riemergere di ingerenze politiche nella gestione della banca che ancora non sono del tutto debellate, e delle ingerenze di tipo industriale da parte del mondo istituzionale che si addentra in giudizi di merito industriale che non gli competono.
Fondamentale è stato aver ricostituito il consorzio di banche a garanzia del buon esito dell’aumento di capitale, a dimostrazione che la Banca Mps sta recuperando attrattività e valore che derivano dal lavoro fatto dai vertici in questi mesi e dal buon andamento del titolo in borsa, confortati da fondamentali della banca sempre più solidi che hanno ottenuto valutazioni via via più positive dai mercati finanziari.
Una volta acquisita la salvaguardia della Fondazione MPS risulta indispensabile avviare un percorso pubblico di confronto per definire quegli obiettivi da affidare alla Fondazione che rappresentino la nuova missione in linea con i nuovi assetti e il nuovo quadro patrimoniale.
Alessandro Mugnaioli – segretario comunale del Pd di Siena
Carolina Persi – capogruppo del Pd in consiglio comunale