I tagli ai servizi urbani del trasporto pubblico sono una diretta conseguenza dalla scelta del passato governo nazionale di considerare il Tpl non più strategico per il nostro Paese. Scelta che ha tolto tutte le risorse statali, scaricando il problema sulle Regioni e sugli enti locali. La Toscana cerca di sopperire a questo deficit di risorse attraverso una gara unica di tutto il servizio regionale con l’intento di abbassare i costi.
Ad oggi però le risorse disponibili per organizzare e gestire il trasporto pubblico urbano nel Comune di Siena sono inferiori di circa un milione di euro rispetto al passato e il taglio sarà ancora maggiore nel resto della nostra provincia. Questo significa che abbiamo dovuto ristrutturare il servizio riducendo i chilometri percorsi e le corse giornaliere. Avremo quindi un servizio meno efficace rispetto al passato.
Il dispiacere è doppio perché oltre al danno per i cittadini, dobbiamo rimodulare e ridurre un servizio che è da anni fra i migliori in Italia per numero di persone trasportate.
Una differente organizzazione della gara unica regionale avrebbe sicuramente consentito di fare di più e meglio non solo a livello locale ma anche a livello toscano. A mio modo di vedere la Regione con i criteri che ha adottato rischia di indebolire i servizi in quelle aree, come Siena, dove si portano più persone.
Ci siamo battuti e continuiamo a farlo per convincere la Toscana a destinare maggiori risorse alla nostra città e al suo territorio ma ad oggi non ci sono risposte certe. Per questo, con l’azienda Tiemme, abbiamo concertato una rimodulazione complessiva del servizio che tenga conto di aree omogenee, di numero di cittadini che effettivamente utilizzano il servizio in quella specifica area e di equità nello standard dei servizi offerti ai cittadini in ogni zona di Siena.
Sicuramente alcune zone si sentiranno più penalizzate di altre ma il criterio è stato quello di non smantellare le linee principali ed il loro cadenzamento cercando comunque di mantenere il servizio la mattina, a metà giornata e la sera per le zone più periferiche.
Avremmo voluto avere il tempo di aprire una capillare concertazione con i cittadini per spiegare i motivi alle origini delle scelte e vedere insieme dove e se poter portare dei correttivi. Purtroppo la crisi politica in consiglio comunale non ce l’ha permesso. Abbiamo lavorato cercando di mettere nella migliore condizione possibile chi sarà chiamato ad amministrare il Comune dopo di noi. La preoccupazione non è non solo per la qualità del servizio che sarà erogato, ma anche per chi lavora nel settore. La riduzione di risorse rischia, infatti, dal 2013 di provocare contraccolpi sui livelli occupazionali.
Alessandro Mugnaioli