Sono ormai alcuni giorni che Giuseppe Giordano ed io abbiamo chiesto al neo presidente della Fondazione di compiere un atto fondamentale per la ricostruzione della storia recente di Siena: rendere pubblici gli atti e la corrispondenza della FMPS delle gestioni Mussari e Mancini. Questa è cosa diversa dalla azione di responsabilità e va nella direzione della conoscenza; essa non è onerosa come una azione di responsabilità e ha un valore più immediato: attraverso un atto volontario, l’ente medesimo puó ricostruire un rapporto di fiducia ormai degradato, dimostrando cosí che Siena puó guardare al futuro senza nascondere la polvere del passato. La parola d’ordine che circola in questi giorni è ” guardiamo avanti”: molto bene, è necessario e imprescindibile, la città lo chiede per la sua economia e la sua società, ma il passaggio della conoscenza di quanto, disastrosamente è stato, non deve essere travolto dalle aspirazioni di rinascita ( per ora solo proclamata). Ora siamo in fondo alla discesa, o meglio ai piedi della salita, le famiglie hanno visto azzerare le loro legittime aspirazioni di mobilità sociale, sono preoccupate per il futuro dei loro figli: l’impoverimento ed i rischi per il lavoro (banca, biotech/vaccini..) sono reali, le sicurezze volatilizzate. Allora perchè ritornare sempre sui mostri e le responsabilità , a chi interessa? Perchè non mettere con decisione la barra fuori dal passato ? Dimenticare tutto!
Semplicemente perchè non è possibile rinascere senza memoria.
E cosa ricordare se non conoscendo?
Siena puó uscire dalla crisi attraverso la consapevolezza del suo valore di comunità complessa e con unità di intenti collettiva. La sfida europea misurerà anche questi indici, le possibili ricadute sono immense ma passano attraverso un cambiamento che non c’è ancora stato: ancora il passato è lacerante e pesa sulla città.
Conoscere gli atti formali che hanno condotto al più grande fenomeno di dilapidazione di un bene comune ( più di una decina di miliardi !) è doveroso per la rinascita, perchè pietra miliare di una nuova maniera di leggere Siena , anche dal suo esterno. Tuttavia il valore maggiore è riservato alla società stessa di Siena, che solo così potrà elaborare il lutto delle occasioni perdute e capire chi ha fatto cosa e che, anche non aver fatto, detto o semplicemente ascoltato, ci ha reso partecipi di una catastrofe collettiva che ha precipitato Siena dalla ricchezza assoluta alla triste realtà dei bilanci in rosso.
Non può esserci una ricostruzione senza una trasparenza : nella traduzione russa queste due parole ( perestrojka e glasnost) sono strettamente connesse : quel movimento di dimensioni planetarie nacque dalla voglia di verità su un disastro immenso ( quello di Chernobyl) che le ” autorità” avevano cercato di tenere segreto. Le analogie sono stringenti ma ci ispirano fiducia che questo si farà, per la ineludibilità delle domande, e perchè non solo noi , che rappresentiamo quasi la metà dei senesi che ci hanno scelto , lo chiediamo.
Non è eludibile. Non ci adducano ostacoli giuridici : qui si misura una volontà , che se non c’è, allora puó essere interpretata solamente come continuità e complicità morale di questa con le passate gestioni della FMPS.
Invito anche il Sindaco ad unirsi alla nostra richiesta: è la sua ultima occasione per dimostrare credibilità e dare sostanza alla volontà di cambiamento. Il problema dei senesi non è sapere chi entra nel CDA della banca ma sapere se fidarsi dei nuovi Signori della fondazione. Siena vuole rinascere ma non ” alla senese”.
Eugenio Neri – Siena Rinasce