“L’operazione con cui il candidato sindaco del Pd ha risolto l’impeachment a candidarsi sindaco di Siena, non ha niente a che vedere con le vicende dei neo ministri Delrio e Zanonato, rispettivamente, sindaci a Reggio Emilia e Padova”. A tornare sull’ineleggibilità di Valentini sono le liste civiche a sostegno della candidatura di Eugenio Neri a sindaco di Siena. “Valentini, vantandosi in tv del suo stratagemma, si è paragonato ai due ministri che avrebbero utilizzato lo stesso sistema dell’incompatibilità per lasciare la carica di sindaco ed accettare quella di ministro, evitando il commissariamento dei due Comuni. Si tratta però di un paragone del tutto fuori luogo: una cosa sono due sindaci chiamati a Roma come ministri, altra cosa è un sindaco che, senza dimettersi, aspira a diventare sindaco in un altro comune: la normativa applicabile e’ completamente diversa, fare parallelismi tra i due casi non ha senso”, si legge nella nota firmata da Siena Rinasce, Moderati di Centrodestra-Sena Civitas, Fratelli di Siena e Nero su Bianco. “Soltanto per la sua ambizione di candidarsi a Sindaco di Siena, poco prima delle primarie del Pd, Valentini ha ‘apparecchiato’ un escamotage tecnico-amministrativo per liberarsi della sua ineleggibilità (la carica di Sindaco in altro comune), ma che allo stesso tempo gli evitasse le dimissioni (richieste dalla legge) e fosse anche in grado di assicurare la prorogatio della sua giunta a Monteriggioni: l’aspirazione di Valentini è dunque quella di fare il sindaco di due Comuni”, proseguono le liste civiche.
“Viene da chiedersi se è questa la ventata di aria nuova che il candidato Pd vorrebbe portare nella politica senese perché a noi sembrano più trucchetti da vecchia politica. Non vorremmo inoltre che quella di Valentini fosse una candidatura sub judice, un rischio che la città non può permettersi di correre dopo un anno di commissariamento”, conclude la nota congiunta di Siena Rinasce, Moderati di Centrodestra-Sena Civitas, Fratelli di Siena e Nero su Bianco.