“Per salvare Mps serve una cura choc che tagli definitivamente i legami tra la Banca e quella classe politica che l’ha sempre considerata un bancomat, preferendo avere garanzie sulla tessera di partito che sul curriculum dei manager”. Si apre così l’analisi della segreteria provinciale Ncd di Siena di fronte alla crisi che ha investito il terzo gruppo bancario italiano.
“Dopo i disastrosi risultati di Mps negli stress test europei sul sistema bancario, per salvare la banca il presidente della Regione Enrico Rossi, sostenuto dal sindaco di Siena Bruno Valentini, ha chiesto aiuto al governo, indicando come la strada da percorrere quella della nazionalizzazione del Monte dei Paschi. Un’ipotesi irrealizzabile, che va contro le indicazioni della Banca centrale europea – ricorda Ncd – e che pare l’ennesima boutade di un partito che del Monte dei Paschi si è occupato fin troppo con i risultati che ben conosciamo. Eppure per presentare la loro strategia, i vertici locali e regionali del Pd hanno convocato una riunione a Siena con il sottosegretario Lotti, scegliendo la sede del partito come luogo deputato ad affrontare il futuro di Mps. Questo a dimostrazione che, nonostante i proclami per cui la politica doveva star fuori dalla Banca, il Pd continua considerare Mps come una banca di sua proprietà”.
Il Nuovo Centrodestra di Siena chiama in causa poi il management di Rocca Salimbeni: “Il presidente Profumo e l’amministratore delegato Viola fino ad ora hanno avuto carta bianca in nome di un rilancio della Banca di cui non si è avuto il minimo riscontro. E ogni qual volta è stato chiesto conto delle difficoltà di Mps, e Ncd in più occasioni ha chiesto che si aprisse un confronto con la città, dai piani alti è sempre stato risposto che la colpa era tutta delle passate gestioni. Oggi però che il risultato degli stress test e la penalizzazione del titolo in borsa hanno vanificato l’aumento di capitale da 5 miliardi deliberato la scorsa estate, Profumo e Viola dovrebbero prendersi le loro responsabilità e ammettere di aver fatto male i conti”, attacca Ncd. “Non solo – si legge ancora nella nota –, la perdita in borsa è riconducibile anche alla mancanza di risposte da parte del management della Banca di fronte all’esito negativo dell’esame europeo: né Profumo né Viola sono stati infatti in grado di indicare subito quale fosse la strategia per salvare il Monte ma si sono limitati a dichiarazioni vaghe (“siamo aperti a tutte le opzioni”) che hanno indebolito ancora di più il titolo. Soltanto in questi giorni infatti si è saputo che Banca Mps a quattro mesi dal precedente aumento di capitale, varerà un nuovo intervento da 2,1 miliardi”.
“Per queste ragioni Ncd Siena – conclude la nota – da mesi invita la città a far sentire la sua voce ed è per questo che il prossimo 7 novembre parteciperemo al corteo in difesa del Monte che vedrà sfilare per le vie cittadine i senesi di buona volontà”.