Orari prolungati dei negozi, chi è favorevole alle liberalizzazioni?

Siena

La parola “liberalizzazione” va molto di moda. Il concetto è considerato da tanti uno dei modi per oltrepassare l’empasse economica che stiamo vivendo. Intanto sono già pronte le norme per apportare delle prime modifiche in questo senso nel campo commerciale. Le associazioni di categoria si dicono contrarie a quanto deciso dall’esecutivo presieduto da Mario Monti, come si vede dagli interventi pubblicati in questa pagina. “Orari di apertura prolungati – afferma nell’articolo in alto il presidente provinciale della Confesercenti Graziano Becchetti – porteranno benefici soprattutto alla grande distribuzione”. Intanto anche la Regione Toscana si è già espressa in maniera critica contro questa scelta, chiedendo di limitare le aperture ad un massimo di tredici ore giornaliere: dato che la legge prevede che enti locali e regionali hanno ora novanta giorni di tempo per adeguare i loro regolamenti alle nuove direttive sono previsti due nuovi incontri, da effettuare entro la prossima settimana, per mettere a punto l’intero scenario. Il provvedimento è già divenuto legge dal 28 dicembre e tra i commercianti questo è adesso l’argomento più dibattuto.

C’è chi, come Becchetti, afferma che in città non cambierà niente. Ma c’è anche chi già da ora si prepara anche a scenari diversi e, per l’appunto, più “liberi”. “Ricordo che nel 2004 mi fu fatta una multa perché ero rimasto aperto, di martedì grasso, un quarto d’ora oltre il limite consentito – racconta Daniele Piazzai, proprietario del bar Centrale in via Cecco Angiolieri -. Ben vengano queste nuove norme, io sono disposto a lavorare di più per avere un guadagno maggiore a fine mese dato che la situazione economica generale non può certo dirsi buona. Oggi le persone sono disposte a spendere molto meno rispetto al passato e nel frattempo i costi sono quadruplicati. E non parliamo delle spese per i fondi commerciali. Credo che le associazioni di categoria dovrebbero stare più attente alla nostra situazione attuale. Lavorare di più per me è un bene, è una possibilità in più che mi viene concessa in un periodo di vacche magre”.

Eugenio Degl’Innocenti ha spostato da quaranta giorni la sua attività. Ora il suo negozio è più vicino al corso cittadino. E’ anche lui in via Cecco Angiolieri, vende abiti, gadget e accessori, la sua attività si chiama Calavera’s Streetshop. “Un orario più flessibile è una buona idea – dice -. Io penso anche ad eventi che potrebbero essere organizzati la sera, in collaborazione con noi commercianti. Una vera ’Notte bianca’ non è mai stata effettuata, con concerti ed iniziative in città e con i negozi aperti. E a me piacerebbe poter rimanere aperto fino a tardi, nelle sere estive, ed organizzare aperitivi e incontri nel mio negozio”.

“Questa è una legge fatta per accontentare le platee – afferma Lorenzo Rosi de Il Petalo, storico fioraio in Banchi di Sopra -. A Siena c’è già oggi la possibilità di aprire anche la domenica. E riguardo alle aperture serali credo che sia più semplice farle per un franchising che per una piccola attività, magari a conduzione familiare. Noi già da due anni abbiamo approntato delle novità: ad esempio facciamo orario continuato perché tanta gente adesso fa acquisti durante la pausa pranzo. Comunque, a linee generali, credo che sia giusto che chi gestisce un’attività abbia la libertà di decidere quali orari fare e quando lavorare”.

Sono più cauti invece Marco Tansini e Riccardo Ghini: “Mi sembra che queste decisioni vadano soprattutto a favorire i grandi commercianti – commenta subito Ghini -. Noi non abbiamo la forza di fare aperture straordinarie e prolungate. Noi non siamo solo titolari di attività, noi lavoriamo nelle stesse e al tempo stesso diamo lavoro. La mia impressione è che ai diritti di noi commercianti non si pensi quasi mai”. “Perché – domanda Tansini – le liberalizzazioni vengono fatte soltanto nel commercio? Ci sono tanti altri settori che non vengono mai presi in considerazione. E poi noto una grande incongruenza nell’azione attuale del governo e non solo: si alzano le tasse, si parla di rigore, i consumi calano, mentre dai mass media passa un’idea di massima austerità. E poi, come se ci venisse fatto un piacere, ci viene detto che arrivano le liberalizzazioni”.

Le idee sono svariate, tante sono le opinioni, il quadro è composto da molte realtà differenti. Forse con orari prolungati la grande distribuzione potrebbe aver bisogno di nuovo personale, potrebbero crearsi nuovi posti di lavoro. Ma dall’altra parte essa potrebbe “rubare” clienti al piccolo, creandogli maggiori difficoltà. Ma il piccolo potrebbe decidere di lavorare di più nella speranza di guadagnare di più.

Tante sono le incognite e le incertezze sulla questione. Anche il Comune, e lo farà nei prossimi giorni, dovrà prendere una posizione sull’argomento indicando la via da seguire.

Gennaro Groppa