“L’approvazione della mozione che ricolloca il Museo delle arti figurative nel cuore del progetto del Santa Maria della Scala – ha detto Rita Petti nel suo intervento in Aula– e la decisione di affidare alla Commissione cultura la stesura di un nuovo atto di indirizzo, con una mozione unitaria del Consiglio Comunale, hanno ristabilito la verità sugli intenti e sulla utilità generale della nostre iniziative, proprio perché la lettera dei giorni scorsi aveva messo in luce e stoppato una nuova programmazione confusa, soprattutto incoerente con il progetto dell’architetto Canali e con la visione che ci ha consegnato Cesare Brandi. Il Santa Maria della Scala è stato pensato come un grande complesso culturale, un luogo in cui si produce cultura, che si apre alla città ed al mondo. E’ questo il filo che è stato tessuto, anche con errori e contraddizioni, da tutte le amministrazioni che si sono succedute almeno dalla metà degli anni ’80 e che oggi va ripreso”.
“Il Comune deve tornare agli assi principali del progetto – ha proseguito Rita Petti, consigliere comunale del Pd e presidente della Commissione Cultura – che comprende: quella che Roberto Barzanti chiama la “nuova Pinacoteca”, che dovrebbe avvalersi delle opere della Pinacoteca di Palazzo Buonsignori, ma anche degli innesti di diversi proprietari come la Diocesi, la Banca Monte dei Paschi, come di altri, la cui valutazione non potrà che essere rimessa ad un Comitato Scientifico, con la presenza indispensabile del Ministero dei Beni Culturali; quello che può definirsi il Museo di se stesso, comprensivo del Museo archeologico, già insediato, del Museo della città, in via di inaugurazione, e dedicato al Santa Maria della Scala, al suo recupero ed al suo rapporto con la storia della vicenda urbana di Siena; quello che dovrà strutturarsi come il polo dell’arte contemporanea che dovrà riprendere la felice e, malauguratamente interrotta, esperienza del Centro Le Papesse al fine di ricostruire una collezione di arte contemporanea; sino al polo dei servizi, il cui sviluppo è intimamente legato alla SICEC2019, con laboratori di restauro, biblioteche, sale di studio e proiezione, centri di creatività che favoriscano esperienze produttive nei settori della multimedialità, nel design, nell’artigianato, nell’architettura; infine la parte dei servizi per il pubblico con la ristorazione e quanto altro è necessario per farne una struttura moderna e vissuta.”
“Il Santa Maria della Scala è un bene troppo prezioso per essere lasciato all’improvvisazione – ha esordito Carolina Persi, capogruppo del Pd – mentre siamo convinti che con il concorso di tutto il Consiglio Comunale si possano trovare le soluzioni che faranno del Santa Maria un protagonista della scena culturale europea ed internazionale, e che daranno slancio alla candidatura di Siena a capitale europea della cultura. Le nostre preoccupazioni rimangono intatte anche perché non esiste alcun programma di mandato, ma solo centosedici battute in cui non si dice niente. Una frase più breve di un tweet o di un sms. Forse sarà l’Architetto Canali a non avere il dono della sintesi!”
“E’ urgente ricostituire al più presto un Comitato Scientifico – ha proseguito Carolina Persi – ed approdare ad una forma di gestione diversa da quella attuale. Se dal 1986 al 2001 ha operato un Comitato Permanente per il recupero del Santa Maria della Scala, dal 2001 al 2008 la Istituzione Comunale, dal 2008 al 2011 un dirigente dedicato, dal 2011 al 2013 il dirigente della cultura, oggi abbiamo una posizione organizzativa sotto l’ufficio del Sindaco. Era doveroso interessare anche il Prefetto tanto nella veste di rappresentante del governo, la cui collaborazione è fondamentale per la Nuova Pinacoteca, che in quella di attore positivo nel Comitato promotore di Siena candidata a capitale europea della cultura per il 2019. Sfida in cui il Santa Maria della Scala gioca un ruolo decisivo e dove ogni stranezza, come quelle di questi giorni, si possono pagare a caro prezzo.”
“Siamo qui a promuovere le idee che riteniamo migliori per il futuro di Siena – ha ribadito Carolina Persi – e il nostro riferimento è il programma del Pd, di tutto il Pd. Chi è capace, ogni volta, soltanto di appiccicarci un’etichetta è solo un pessimo attore che non ha mai letto il copione e recita solo grazie al suggeritore nascosto nella buca. Noi stiamo sui contenuti e su quello valutiamo le idee degli altri. Non ci interessa chi lo dice, ma che cosa dice. Per noi è irrinunciabile dare al Santa Maria della Scala una soggettività giuridica in grado di assicurare autonomia gestionale ed autorevolezza scientifica. Ben vengano tutte le idee e tutte le proposte. In questi giorni abbiamo letto molti contributi interessanti. Certo è curioso che a causa di picche infantili e di una buona dose di incompetenza si voglia escludere a priori quella forma che per la Corte dei Conti della Liguria : può costituire il tramite per convogliare al sistema pubblico, mediante una condivisione con il sistema privato, maggiori disponibilità finanziarie riducendo i rischi che derivano dalla gestione diretta del servizio pubblico cosa che invece non si realizza con la Istituzione la ci gestione grava solo sull’Ente Locale senza avere la possibilità di coinvolgere i privati, né con i capitali, né con capacità gestorie. Su questo punto la discussione è appena cominciata e vogliamo confrontarci con tutti.”