Dopo il settore Artigiano e quello del Turismo anche il Manifatturiero locale lancia l’allarme sulla produzione industriale. Se infatti a livello nazionale il Centro Studi Confindustria rileva in giugno un calo dello 0,5% su maggio, che porta la distanza dell’attività dal picco pre-crisi (aprile 2008) al -24,2% e gli indicatori anticipatori che si presentano negativi anche per i prossimi mesi, non va meglio in Provincia di Siena dove i dati al 31 marzo 2012 sottolineano un aggravarsi della flessione “produttiva” a due cifre (-10,1%), peggiore anche del dato regionale attestato a -4,2%.
Torna pesantemente a flettere sul territorio l’indicatore del “fatturato” che si attesta al -9,2% a causa del rallentamento del mercato estero e della crisi di quello interno con “ordinativi” in arretramento rispetto ai primi tre mesi del 2011. Sul fronte dell’occupazione, se i dati sembrano rilevare un miglioramento in particolare per le imprese oltre i 250 dipendenti, i saldi INPS relativi alla CIG nella provincia di Siena non supportano però ottimismi: diversamente dalla media regionale, il numero di ore autorizzate nel periodo ha raggiunto quota 660 mila (+66%) segnando una delle peggiori performance del contesto toscano. E il quadro produttivo non fa distinzioni sulla tipologia di impresa, con le medie che flettono del 2,4% e le grandi e le piccole con variazioni negative a doppia cifra. Anche da un punto di vista “settoriale” la situazione è preoccupante con tutti i comparti caratterizzati dal segno meno. In particolare legno e mobilio e prodotti per l’edilizia che lasciano sul campo quasi 1/5 della produzione; male anche i mezzi di trasporto e il vetro-ceramica-terrecotte che peggiorano ulteriormente e flessioni per la chimica-farmaceutica, l’industria alimentare, l’elettronica e la meccanica. Frenano le vendite all’estero nei principali mercati dove soltanto l’America riporta variazioni positive grazie soprattutto ai paesi centro meridionali. Significativa la contrazione in Europa, in particolare nei paesi extra UE così come sul mercato asiatico trascinata da pesanti flessioni di Cina e Corea del Sud. Infine le previsioni: per il periodo aprile-giugno il saldo tra ottimisti e pessimisti sulla produzione resta negativo sia in termini congiunturali che, soprattutto tendenziali (cioè rispetto al corrispondente periodo del 2011).
Un peggioramento determinato dalla fase di rallentamento del ciclo economico e dalle persistenti incertezze sui mercati finanziari e dove solo la domanda estera vede una prevalenza di ottimisti. Preoccupano poi le previsioni sul mercato del lavoro dove quelle di flessione superano di ben 14 punti percentuali gli ottimisti.