Ieri, 23 aprile, l’assemblea dei lavoratori di Floramiata si è riunita immediatamente dopo l’incontro previsto tra la Direzione aziendale, le RSA e le Segreterie Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil al fine ottenere risposte concrete sia sui salari arretrati e correnti che sullo stato economico e finanziario dell’Azienda.
Dopo l’esposizione degli elementi emersi durante il confronto aziendale – relativi in primis alla proposta di pagamento della mensilità di marzo e alle perplessità e preoccupazioni sulle prospettive future – l’assemblea dei lavoratori ha ritenuto che la proposta sui salari sia una risposta solo parziale rispetto agli emolumenti arretrati riferiti a circa metà salario di febbraio e al prossimo adempimento relativo al pagamento della quattordicesima per il quale era stato proposto nello scorso incontro la rateizzazione in cinque rate.
Dalla discussione molto ampia che si è protratta abbondantemente oltre l’orario di lavoro per l’importanza dei temi discussi è emersa la preoccupazione, oltre che per il salario, per la mancanza di risposte e di proposte che permettano di intravedere prospettive certe per il futuro dell’Azienda e la salvaguardia dell’occupazione.
“La percezione dei lavoratori che ci fosse un rallentamento nella produzione – spiegano le Organizzazioni Sindacali – è diventata consapevolezza anche a fronte delle dichiarazioni dell’imprenditore che il budget di fatturato previsto per il 2012 avrà delle rivisitazioni in diminuzione. Inoltre nei mesi a venire, a partire da giugno in poi, il mercato rallenterà in maniera significativa, per cui saranno mesi nei quali l’Azienda venderà di meno, e quindi farà meno fatturato. Questi due elementi congiuntamente ai tempi del concordato, che si sono abbondantemente allungati, hanno fatto slittare anche la discussione sul piano industriale, non entrando così nel merito di un confronto sull’organizzazione dell’Azienda ormai per noi non piu’ rinviabile”.
“Pur non condividendo l’impostazione dell’Azienda – sottolineano Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil – le organizzazioni sindacali con grande forza hanno chiesto l’impegno della Direzione aziendale ad investire immediatamente in maniera importante sulla produzione e sulla qualità del prodotto floricolo anche in questo momento di attesa delle scelte strategiche dell’Azienda. Riteniamo inoltre che la decisione del giudice possa avere una grande valenza dal punto di vista della garanzia della sostenibilità del concordato e del possibile percorso intrapeso dall’imprenditore per rispondere ai debiti contratti con fornitori e banche”.
L’impressione di tutti è che Floramiata sia in una fase molto difficile e di cambiamento, con un potenziale molto importante da poter mettere in campo, ma anche con tante problematiche che si trascinano da troppo tempo.
“Pensando alle potenzialità – precisano i Sindacati – potrebbe emergere un’azienda rinnovata e più forte, con un valore aggiunto che e’ quello dell’utilizzo del calore geotermico, fermo restando che l’Azienda, oggiAggiungi un appuntamento per oggi, riesca a superare le gravi difficoltà nelle quali si trova. Qui è necessaria una forte volontà dell’imprenditore e la capacità dello stesso di attuare cambiamenti strategici e organizzativi all’interno dell’Azienda a partire da un utilizzo ottimale delle risorse umane e delle professionalità che vi si trovano”.
L’assemblea ha dato mandato alle Organizzazioni Sindacali di richiedere un tavolo istituzionale e congiuntamente alle Confederazioni CGIL, CISL e UIL una convocazione dal nuovo Prefetto.
Inoltre le maestranze di Floramiata aderiranno allo sciopero nazionale dei lavoratori del settore agricolo di venerdì 27 aprile – contro l’estensione in campo agricolo del lavoro accessorio prevista dalla riforma del mercato del lavoro – denunciando anche le problematiche aziendali aperte, come richiamo all’imprenditore per un segnale di repentino cambiamento all’interno dell’Azienda.
“Se le nostre richieste continueranno ad essere ignorate – concludono Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil – sarà l’inizio di un lungo periodo di mobilitazione a sostegno dell’occupazione, pur consapevoli dei sacrifici a cui saranno chiamati i lavoratori, ma nella convinzione della necessità di difendere i posti di lavoro in un territorio che purtroppo non offre altre possibilità”.