“Il jazz a Siena è una realtà unica”. Nella città del Palio esistono realtà importanti, note ed apprezzate in Europa e troppo spesso sottovalutate in casa propria. Nemo propheta in patria, è la citazione latina che calza a pennello in questa occasione. Il Siena Jazz è diventato una Università, concede vere e proprie lauree in musica e invoglia sempre più i musicisti di tutto il mondo a venire a suonare e ad insegnare musica a Siena. Ormai, come si dice in gergo, insegnare al Siena Jazz fa curriculum anche per un musicista di fama mondiale.
E’ il caso di David Binney, sassofonista statunitense nato in Florida, a Miami, ma residente da anni a New York dove ha anche contribuito a fondare il 55 Bar, locale dal grande fascino nella Grande Mela dove abitualmente lui si esibisce. Suona regolarmente in tutto il mondo, si è esibito addirittura con Aretha Franklin e adesso ha scoperto anche la città di Siena. In estate sarà uno degli insegnanti “speciali”, vale a dire di grande esperienza, qualità e professionalità che il Siena Jazz ha reclutato. Intanto Binney ha toccato con mano l’amore che Siena ha per la musica esibendosi venerdì sera nel locale UnTubo. Lo ha fato insieme ad altri quattro musicisti: tutti hanno appassionatamente suonato le composizioni del fiorentino naturalizzato senese Simone Graziano, insegnante del Siena Jazz, che ha proposto al pubblico i brani del suo ultimo lavoro che si chiama “Frontal”.
Un po’ New York, un po’ New Orleans Ed ecco entrare in una dimensione molto particolare, quella del locale UnTubo che cerca e ricrea sonorità amate e apprezzate in Italia come al di là dell’oceano. E’ il jazz, musica ormai conosciuta e amata anche nel Belpaese. Una musica avvolgente che accoglie e fa vibrare gli spettatori presenti agli spettacoli. Musica è contaminazione di suoni e generi, musica è cultura. Ed ecco che chi pensa e sogna di far diventare Siena la capitale europea della cultura nell’anno 2019 guarda con ammirazione e forte interesse anche a questo mondo. A seguire il concerto ad UnTubo c’erano molti volti noti della cultura cittadina. Ed il compositore, Simone Graziano, non può che guardare con simpatia a questo nuovo sogno senese: “Non vedo perché Siena non possa vincere questa sfida – dice -. Guardate a cosa è stato in grado di fare il Siena Jazz. Oggi è diventata una Università ed è guardata in tutta Italia ed Europa con sempre maggiore rispetto e ammirazione. Per me è un vanto ed un orgoglio essere un insegnante del Siena Jazz. Ed è bellissimo avere anche locali a disposizione dove ti puoi esibire e dove puoi far conoscere la tua musica. Dirò di più – aggiunge Graziano – e voglio far sapere a quanti non ne sono a conoscenza che i musicisti americani che vengono a suonare o ad insegnare da noi si meravigliano per la preparazione, la qualità e anche i luoghi e gli spazi che vengono messi loro a disposizione. Conosco abbastanza l’Italia per affermare che nel nostro Paese non c’è una città come Siena per il jazz. Siena è unica in questo”.
Le eccellenze Prima di esibirsi ad UnTubo tutti i musicisti hanno cenato all’osteria Le Logge, ad un passo da piazza del Campo. Disturbiamo Binney per conoscere le sue sensazioni sulla città. “E’ la prima volta che vengo qui – dice – ma mi sembra un luogo bellissimo. Sento dire che Siena vuole essere la capitale europea della cultura. Why not? – dice in inglese -. Perché no? Non conosco benissimo Siena, ma mi sembra che abbia tutte le caratteristiche per diventarlo. In passato sono stato spesso a Firenze e in altre località della Toscana. Voi vivete in una regione meravigliosa, non parlo solo di Siena ma di tutte le altre città toscane e della campagna che vi circonda”. In mano ha un bicchiere di vino rosso. E’ del Chianti? “Sì. In America il Chianti è notissimo. Mi perdonerete, io non sono un grande esperto di vini. Conoscevo il Chianti, ma non sapevo che fosse prodotto esattamente in questo territorio”. Perché Siena punta ad essere capitale europea della cultura anche per le bellezze ed eccellenze della sua intera provincia: possiamo parlare del Chianti come del cristallo colligiano, possiamo parlare delle bellezze di San Gimignano come di quelle di Pienza, della Valdorcia, di Montalcino, di Montepulciano. Quattro siti Unesco in una sola provincia non li ha nessuno, e nel frattempo Chiusi ambisce a diventarlo: sarebbe il quinto sito Unesco nel territorio senese. Un record. Pensare a tutto questo allontana un po’ dalla testa e dai pensieri il pessimismo e la sfiducia che da mesi sembrano aleggiare in città.
Gennaro Groppa