Sofia Barneschi
Ha 23 anni, è iscritta al quinto anno della Facoltà di Giurisprudenza all’Università di Siena, lavora e, nel tempo libero, è attiva nel sociale, come volontaria presso l’Ospedale Le Scotte di Siena, collaborando anche con la Mensana e l’Ac Siena. È Sofia Barneschi, tra i fondatori del Pd, la candidata donna espressa dai “renziani made in Siena”. Dopo lo straordinario successo di consensi raggiunto da Matteo Renzi in provincia di Siena, infatti, il rischio era proprio quello di “deludere gli elettori perché – spiega Stefano Scaramelli, coordinatore provinciale – se i nomi che il partito sceglie per entrare in Parlamento, a rappresentare l’Italia e i cittadini di questa provincia, non rappresentano quell’impulso e quella voglia di cambiamento che gli elettori del senese hanno espresso votando in modo compatto Matteo Renzi, significa perdere consensi. Vogliamo indicare persone e personalità capaci di rappresentare non solo un nome ma anche un “modello” e un “modo” di fare politica in modo nuovo. Credo che la candidatura della giovane Sofia Barneschi, vada in questa direzione”. I renziani con la nuova candidata dicono di essere disposti a prendere ancora “tanto vento in faccia”. “Mi hanno scelta credo – spiega Sofia Barneschi – per l’entusiasmo, l’energia e, soprattutto, perché rappresento il modo nuovo di fare politica. È bellissimo far parte di un gruppo in cui, il nostro rappresentante locale, Stefano Scaramelli, indicato all’unanimità, ha fatto un passo indietro. Un atto politico, che nei miei 23 anni non ho mai visto fare a nessuno. Il gesto di Scaramelli è un esempio per me e per tutti noi, spero, con il mio impegno e la mia dedizione, di rappresentare al meglio tutti i senesi che chiedono questo alla politica: di rinnovarsi, di crescere moralmente ed eticamente, di avere più rispetto per i cittadini e, finalmente, impegnarsi per il bene comune e non per se stessi. Scaramelli ci ha dimostrato che la politica è bella, non quando si corre per una poltrona, ma quando si corre per il bene della nostra comunità, quella locale prima, quella provinciale poi e, tutta insieme, per quella dell’Italia. Crediamo che dai piccoli gesti, dal buon esempio, concetto sparito dall’agenda politica, si possa ripartire e costruire il futuro”.