Un atto formale di piena condivisione dell’iter avviato dal Comune di Chianciano Terme per ottenere il riconoscimento dello stato di crisi. E’ quello approvato dal consiglio provinciale di oggi, giovedì 21 luglio, che si è espresso favorevolmente e all’unanimità sulla delibera di giunta illustrata dall’assessore Marco Macchietti, che ha delega per le politiche di coordinamento per la cittadina termale. “Siamo tutti consapevoli – ha detto Macchietti – che la situazione di grave crisi strutturale della città termale di Chianciano Terme non sia risolvibile attraverso strumenti e risorse tradizionali, peraltro già attivati da tempo, ma piuttosto affiancando a questi ultimi provvedimenti straordinari che coinvolgano Regione e Governo”.
“Per questo – ha aggiunto – pur convinti che un segnale di attenzione da parte del governo poteva essere già arrivato senza necessità di un pronunciamento formale da parte della Provincia, abbia ritenuto importante esprimere in seno al consiglio la condivisione sul percorso intrapreso dall’amministrazione comunale, con l’appoggio delle associazioni di categoria, per ottenere il riconoscimento di “area di crisi” da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, estendendo le agevolazioni previste per le industrie turistiche che si trovano in contesti di sofferenza alle imprese commerciali e alberghiere”. “Con l’atto di oggi – ha aggiunto Macchietti – rinnoviamo ulteriormente l’attenzione che questa amministrazione ha scelto di dedicare al rilancio della città di Chianciano Terme e ci impegniamo a sostenere concretamente, nelle opportune sedi istituzionali, l’iter avviato dal Comune”.
Il dibattito in consiglio. Un voto unanime da parte dei diversi gruppi consiliari, che nel dibattito non hanno mancato di esprimere posizioni divergenti, pur condividendo la necessità di assumere responsabilmente il percorso di riconoscimento dello stato di crisi per la cittadina chiancianese. Il primo a parlare è stato Fabrizio Camastra (Pdl) che ha sottolineato l’importanza di dare un segnale di unità e di responsabilità da parte delle istituzioni intermedie; ha ricordato la fragilità del sistema economico chiancianese e riconosciuto che la situazione in cui versa Chianciano non può essere addossata al colore politico di chi l’ha governata nei decenni. Più critico Giovanni Di Stasio (Lega Nord Toscana): “Questo documento segna il fallimento delle politiche promossa per Chianciano, è necessario abbandonare l’arroganza mostrata fino ad oggi e dare finalmente delle risposte inserite in un progetto complessivo”. “Di responsabilità da assumersi ha parlato il consigliere Massimo Mori (Pdl): “Quello che manca a Chianciano è una prospettiva basata sui fatti, prima le Terme erano la ricchezza della città, oggi sono la sua miseria. Corriamo un rischio, di continuare a metterci risorse e di vederle buttate al vento”.
“Siamo davanti allo stato di esasperazione di un’intera comunità” – ha rilevato Laura Mannucci (Pd), citando dati drammatici in termini di calo di presenze e di numero di aziende turistico – ricettive. Elisa Meloni (Pd), ha invece ripercorso a ritroso le azioni messe in campo da questa Provincia dall’inizio del mandato a sostegno di Chianciano; ha ricordato che la crisi che la città affronta è da ricercarsi nella mono cultura termale che ne ha guidato lo sviluppo e sottolineato che “se non ci saranno misure che rientrano in un quadro normativo nazionale, tutto quello che viene fatto a livello locale sarà insufficiente. Lo stato di crisi, per Chianciano, è oggi l’unico percorso possibile”. D’accordo anche il capogruppo dell’Italia dei valori, Antonio Giudilli, che ha sottolineato l’importanza di sostenere la cittadina termale alla ricerca di misure straordinarie in risposta alla crisi.
“Una comunità come quella di Chianciano da sola non ce la può fare e le istituzioni non sono state in grado di dare le risposte, vedi l’operazione Palacongressi”. In disaccordo con la posizione espressa dalla consigliera Pd Meloni il capogruppo di Rifondazione – Comunisti Italiani, Antonio Falcone, convinto che le responsabilità ci siano e siano ascrivibili anche alle istituzioni. “Voterò il documento – ha detto Falcione – perché me lo chiede il consiglio comunale di Chianciano e la sua comunità. Se i soggetti che sono chiamati a dare delle risposte se ne prendono le responsabilità, diamo un segnale positivo, di attenzione”. “Le politiche indotte pubbliche sono una droga che altera gli equilibri socio economico dei territori”. Così Roberto Renai (Sel) ha aperto il suo intervento sulla crisi che attanaglia la cittadina di Chianciano Terme, individuandone le cause. “Quello che dovremmo fare – ha detto Renai – è valutare se il dimensionamento dell’ospitalità su quel territorio è idoneo, non perdere mesi, o peggio ancora anni, per decidere dove fare il Palacongressi, che poi non è stato fatto. Oggi votiamo per senso di responsabilità, ma non possiamo raccontarci che quest’atto sia risolutivo perché ci prenderemmo in giro. In questo percorso tutti dobbiamo mettere in discussione qualcosa, ragionare sugli errori. Votiamo e rimettiamoci a lavoro, consapevoli che nessuno di noi, in quel territorio, saprà mantenere le promesse fatte”.