“L’agricoltura delle terre di Siena, i nostri vini, possono essere un volano per la Toscana e per il Paese che lavora per rimettersi in moto: tessere fondamentali di un puzzle che può aprire la strada al futuro”. Così Stafano Scaramelli, candidato al Consiglio della Regione Toscana, spiega la sua presenza a Vinitaly, con lui a Verona anche Giacomo Grazi, sindaco di Torrita di Siena. “Le tante cantine del vino, i grandi brand, le realtà emergenti, le famiglie che hanno fatto la storia delle denominazioni delle terre di Siena e i piccolissimi produttori sono la spina dorsale di questo territorio, la Toscana del futuro deve partire da qui – spiega Scaramelli -. Vinitaly è la rassegna internazionale di riferimento del mondo del vino perché ospita la Toscana e Siena, gli operatori del settore lo sanno, conoscono bene la cifra del nostro valore. Un valore che i nostri vignaioli, con il lavoro di tutti i giorni, alimentano e accrescono, per questo meritano un impegno e una politica alla loro altezza. Incontrando i produttori delle terre di Siena ho respirato la loro grinta, l’impegno e la vocazione internazionale delle loro cantine ma anche l’esigenza di vedere realizzati dei cambiamenti. Primo su tutti il Pit. Basta approcci ideologici: in Toscana serve la vigilanza sull’applicazione delle norme a tutela del paesaggio e non un impianto normativo esasperatamente complesso che mira solo all’estetica e ai virtuosismi burocratici. Il Piano del Paesaggio va cambiato, deve basarsi sul buon senso e deve tendere all’armonia e al miglioramento delle condizioni di migliaia di persone che vivono e lavorano in questo paesaggio. Penso anche alla semplificazione, alla troppa burocrazia che soffoca il settore e spesso costa, in termini monetari, portando via risorse e tempo importante per sviluppare le
aziende agricole. E c’è anche il grande tema della lotta alla contraffazione e l’impegno che la politica deve mettere a servizio della protezione dei prodotti di qualità e delle eccellenze di cui siamo ricchi. Nei grandi spazi di Veronafiere ho incontrato istanze che accomunano le tante denominazioni e i Consorzi di Tutela del nostro territorio, per tutti l’Imu agricola è un problemi che si aggiunge al grande tema degli ungulati e degli animali predatori. La Regione, che con il riassetto istituzionale, acquisirà la competenza in materia, dovrà lavorare e investire sull’agricoltura e sul vino, senza approcci ideologici. Un’agricoltura che funziona è il paradigma di ciò che la Toscana deve fare: il mondo del vino – con il valore imprenditoriale delle tante piccole, medie e grandi imprese – crea ricchezza, posti di lavoro, turismo, dà valore all’immagine del territorio e con i propri prodotti, viaggiando in tutto il mondo e arrivando sulle tavole dei consumatori, promuove l’immagine, lo stile di vita e la bellezza delle nostre terre”.