«Siamo contrari alla tassa di soggiorno perché iniqua, anche alla luce della recente introduzione dell’Imu che va a colpire pesantemente le aziende agricole. E’ necessario differenziare la tassa di soggiorno fra le strutture alberghiere e quelle extralberghiere; non è pensabile che il costo aggiuntivo per il turista sia lo stesso per chi soggiorna in un albergo di un certo tipo e chi in un agriturismo». Lo sottolinea Luca Marcucci, presidente della Cia Siena: «Abbiamo apprezzato lo sforzo dell’Amministrazione Provinciale – aggiunge Marcucci -, che, pur non avendo una specifica competenza in materia, ha convocato le associazioni di categoria e i Comuni per cercare di andare in un’unica direzione. Tentativo purtroppo che non è andato a buon fine, se non in alcune zone della provincia dove l’imposta è stata resa uniforme da comune e comune».
La Cia Siena nelle scorse settimane e mesi aveva chiesto che la tassa non fosse applicata, ma una volta applicata che per gli agriturismi fosse al minimo, perché si tratta di un’attività complementare all’attività agricola, come definisce la legge sigli agriturismi della Toscana. «Inoltre – aggiunge Marcucci – c’è il rischio che le risorse provenienti dal gettito della tassa di soggiorno vadano disperse e non reinvestite sul territorio e nel turismo. C’è da considerare anche che l’agriturismo in questa fase di crisi non può aumentare i prezzi al cliente e finirà così per pagare lo stesso gestore quanto richiesto dal Comune. Invitiamo le Amministrazioni comunali che già hanno introdotto al tassa di soggiorno a rivedere la tassa anche in riferimento alla manovra Salva Italia che ha introdotto l’Imu per le aziende agricole».
IMU – L’applicazione indiscriminata della nuova imposta IMU a tutti i fabbricati rurali è inaccettabile secondo la Cia Siena, perché non tiene conto delle caratteristiche specifiche e della loro redditività e si basa solo su criteri e parametri di rendita immobiliare senza distinguere quindi tra immobili necessari alla produzione (beni strumentali) e quelli legati alla rendita fondiaria. L’aumento previsto delle aliquote contributive a carico dei lavoratori autonomi risulta pesante e non sostenibile perché va a incrementare i costi di produzione già elevati a carico delle aziende agricole. E’ poi assolutamente iniqua in questo conteso, l’eliminazione delle agevolazioni riservate alle aziende ricadenti in zone svantaggiate e montane.
La Cia nazionale ha chiesto al Governo l’attivazione immediata di un tavolo per correggere urgentemente gli aspetti più critici e devastanti della manovra, esprimendo in particolare il proprio malcontento per i provvedimenti che puniscono l’agricoltura lanciando un allarme per il potenziale effetto dirompente che tali misure potrebbero avere sul settore, chiedendo anche alle altre associazioni agricole di aprire un fronte unitario a correzione della manovra stessa.
«In questo contesto abbiamo quindi convocato una serie di assemblee su tutto il territorio provinciale – spiega il direttore di Cia Siena Roberto Bartolini – per informare i nostri associati e per intraprendere le azioni necessarie al fine di mitigare gli effetti. Andremo ad incontrare i sindaci dei Comuni della nostra provincia, affinché nella loro autonomia applichino il più possibile la riduzione delle aliquote relative alla fiscalità locale e per iniziare un percorso nuovo in materia di servizi sul territorio»