L’intervento sulle tariffe per i treni si è reso necessario per difendere il servizio dai tagli del governo. Dato che in una situazione di emergenza come quella prodotta da minori trasferimenti rischiavano di essere decurtate le corse dei pendolari toscani.
Lo fa sapere la Regione Toscana alla luce di quanto affermato da alcuni comitati pendolari, che respingono gli aumenti annunciati.
Gli uffici regionali ricordano che nel 2010 lo Stato dava alla Toscana risorse complessive per 490 milioni di euro per il trasporto pubblico locale e ferroviario. Adesso vengono promessi 320 milioni (che peraltro non sono stati ancora erogati). Mancano all’appello 170 milioni.
Mentre per il TPL su gomma è in atto una riforma radicale per salvare il servizio, per il trasporto ferroviario si è resa necessaria una compartecipazione degli utenti perché non manchino di colpo i servizi a studenti e lavoratori pendolari.
La Regione precisa che, nonostante gli interventi sulle tariffe, viene salvaguardato il principio di equità, dal momento che il contributo viene richiesto a chi ha maggiori mezzi per permetterselo. Per quanto riguarda gli abbonamenti, come già comunicato dalla Regione, l’aumento sarà del 20% ma riguarderà soltanto i redditi superiori a 36.000 euro. Secondo le stime regionali dunque, oltre il 70% degli attuali abbonati non sarà interessato da alcun incremento.
Le variazioni sulle tariffe, per motivi organizzativi, entreranno a regime a partire dal mese di novembre. Nelle prossime settimane la Regione Toscana, assieme a Trenitalia, TFT e le aziende di trasporto pubblico locale che effettuano servizi regionali, ne daranno la massima e completa comunicazione in tempo utile per svolgere tutti i cambiamenti previsti per novembre.