La tradizionale cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico si pone quest’anno alla metà del mio mandato. Motivo di più, questo, per tracciare un provvisorio bilancio di quanto è stato fatto e di quanto rimane da fare, delle criticità e delle prospettive del nostro ateneo. Effettuare un bilancio è sempre un po’ come guardarsi allo specchio. Anche i filosofi antichi raccomandavano di specchiarsi. Solo contemplando la propria immagine, dicevano, si riesce a conoscere se stessi e a comprendere veramente chi si è. Ci sono tanti modi per specchiarsi, e non tutti possono esserci d’aiuto. Per noi lo specchio deve recuperare la sua funzione originaria, troppo spesso dimenticata: quella esplorativa. Lo specchio infatti nasce in primo luogo per assolvere la funzione di un vero e proprio strumento di conoscenza e di scoperta, che ci fa scorgere anche ciò che ci attende dietro un angolo che blocca il nostro sguardo, che ci permette di conoscere realisticamente chi e come siamo ma che, nello stesso tempo, ci aiuta a proiettare ancora più avanti il nostro sguardo. 2 Per impostare la riflessione sui tre anni appena trascorsi, è necessario soffermarsi innanzi tutto sulla situazione di partenza. L’Ateneo senese era sprofondato in un baratro, innanzitutto dal punto di vista finanziario, ma, inevitabilmente, anche sul piano della credibilità esterna. Non credo di svelare un segreto ricordando che, in quel periodo, vi era una certa resistenza da parte dei rappresentanti delle istituzioni centrali persino a incontrare il Rettore di un ateneo così disastrato. Tutto il patrimonio di stima, autorevolezza, fiducia accumulato in poco meno di 800 anni sembrava perduto, e, per la seconda volta nella sua lunga storia, Siena correva il rischio di rimanere senza Università. Mentre la magistratura andava avanti nelle sue doverose inchieste in merito alle vicende finanziarie dello scorso decennio, approdate, proprio in questi ultimi mesi, nel processo nel quale – lo ricordo – l’Ateneo senese si è responsabilmente costituito parte civile, l’attuale dirigenza ha affrontato in maniera determinata le molteplici criticità della situazione finanziaria, con l’obiettivo dichiarato, innanzitutto, di portare in equilibrio la gestione corrente. Nella consapevolezza che senza il perseguimento di tale obiettivo non ci sarebbe stato alcun futuro. Posso affermare, senza tema di smentita, che i risultati sono stati decisamente positivi.
Angelo Riccaboni – rettore dell’Università degli studi di Siena