Domani festeggeremo il 68°anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascimo. Il 25 aprile del 1945 Siena era già libera.
Era passato quasi un anno da quel bellissimo 3 luglio del 1944 quando i francesi entrarono in città accolti da una folla di senesi festanti, risvegliati da un incubo durato troppo tempo. Ma il 25 aprile fu per le città del Nord d’Italia il giorno della Liberazione e dunque per tutta l’Italia fu il giorno della ricomposizione dell’unità nazionale, nel nome della libertà. A Siena, la Piazza del Campo, ieri come oggi cuore della nostra vita civile, fece da cornice allo spettacolo di una nuova vita che nasceva. Siena è antifascista, da sempre e per sempre. L’antifascismo scorre nel sangue nei senesi anche perché è ancora troppo forte e vivido il ricordo del sangue che i nazifascisti fecero scorrere anche nel nostro territorio. Penso alla strage di Montemaggio, dove l’unico sopravvissuto fu mio zio Vittorio Meoni, a Monticchiello, a Rigosecco, a Scalvaia. Penso a Molli e Tegoia dove furono i nazisti a seminare distruzione e morte poco prima dell’ingresso in città delle truppe del Colonnello de Monsabert.
Quella storia non deve rimanere confinata nei libri e i senesi di oggi hanno il dovere di lottare, giorno dopo giorno, perché attraverso il ricordo continuino ad affermarsi i valori della democrazia, della solidarietà, della partecipazione. Mi auguro che per tutti i candidati e per i gruppi che li sostengono, questi valori siano pienamente condivisi. Personalmente vivo da sempre questa giornata, oggi più che mai che mi candido a diventare Sindaco di Siena, come uno stimolo per costruire insieme nuovi spazi di democrazia e di dialogo. Dovremo stimolare nei senesi, soprattutto tra i giovani, la voglia di riscoprire quei valori di libertà, pace, giustizia e uguaglianza, scritti e sanciti in maniera indelebile nella nostra Costituzione. Mi piacerebbe poter avviare e consolidare percorsi di maggiore conoscenza e partecipazione intorno al nostro patrimonio civico e morale, di cui il Comune è simbolo e punto di riferimento. Un patrimonio da riscoprire, magari attraverso progetti da costruire insieme alle scuole, alle Contrade e a quel ricco mondo di associazioni che caratterizzano la terra di Siena più che altrove.
Vivrò questo 25 aprile con la gratitudine per chi ha dato la vita per liberarci dalla dittatura e con l’impegno di confermare per questa data il posto che merita nella nostra vita. Non rassegniamoci al fatto che il giorno della Liberazione rischi di ripetersi, stancamente, anno dopo anno come un rito vuoto e sempre uguale a se stesso. Al contrario il 25 aprile deve essere un momento vivo e che vive, ogni giorno, nella nostra esperienza quotidiana, come segno della nostra identità e del nostro impegno civile. Una data che racconta ciò che siamo stati e ci indica quello che potremo essere se avremo il coraggio di lottare, ogni giorno, contro ogni forma di fascismo e di intolleranza, anche verso gli stranieri e nei confronti di ogni diversità culturale e sessuale, per vivere in una città e in un Paese, più aperto e più solidale.
Bruno Valentini