Valentini: “Siena può diventare un modello di crescita all’avanguardia, esempio per l’intero paese”

Bruno Valentini

Bruno Valentini

“Proprio a fine anno è stata pubblicata un’altra classifica della qualità della vita delle oltre cento Province italiane. Qualche settimana fa era stato “Il Sole 24 Ore”, questa volta “Italia Oggi” utilizzando le analisi condotte dall’Università La Sapienza di Roma. Ebbene anche questa indagine ha premiato la provincia di Siena, piazzandola al sesto posto, mentre la graduatoria de “Il Sole 24 Ore” la posizionava al quinto posto. C’è da notare che per “ Italia Oggi” Siena fa un notevole balzo in avanti, dal momento che l’anno precedente era indietro di ben 19 posizioni. Dai dati elaborati dall’Università La Sapienza emerge che il territorio senese non ha grossi punti deboli. Ha invece diversi punti d’eccellenza quali il tempo libero (con grande spazio per le attività turistiche), i servizi finanziari e quelli scolastici (dove Siena è addirittura seconda in Italia). Ottimo anche il giudizio sul sistema salute.

 

Negli ultimi mesi anche altri indicatori settoriali hanno evidenziato eccellenti standard. E’ il caso dell’Università di Siena, giudicata la migliore Università italiana in base ai dati della “Grande Guida Università” del Censis. Un grande riconoscimento è andato al sistema di Diritto allo Studio, con i servizi di mensa, gli alloggi e le borse di studio. Va ricordato, inoltre, che l’Università di Siena è risultata prima per qualità della ricerca secondo l’Anvur (Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca).

 

A maggio è uscita una classifica, predisposta dal Mes ( il laboratorio per il Management in Sanità della Sant’ Anna di Pisa), relativa alle aziende ospedaliere toscane che, dopo il Meyer, premia Siena rispetto a Firenze e Pisa.

 

Tutti questi indicatori, naturalmente discutibili ma provenienti da fonti indipendenti, sono in controtendenza con quei commentatori ed opinionisti che hanno descritto il territorio senese come già nel baratro di una crisi di astinenza dai contributi della Fondazione e la popolazione senese come incapace di autonome iniziative.

 

E’ ovvio che sarà necessaria una grande e profonda revisione del sistema sociale ed economico, non solo per la mancanza di nuove risorse ma anche per il peso dell’indebitamento diffuso. Purtroppo ne risentirà il livello di tasse e tariffe, come del resto in tutta Italia, che solo una decisa operazione di rilancio economico, razionalizzazione delle spese e miglioramento della produttività potranno alleviare. Ma il tracollo annunciato non c’è stato. Siamo ancora in piedi ed anzi in migliori condizioni rispetto ad altri territori.

 

Questi giudizi confermano che Siena e la sua provincia offrono una qualità della vita ed un insieme di servizi fra i migliori d’Italia, grazie ad una combinazione di fattori di cui ha merito l’intera società: dalle istituzioni alle forze economiche, dall’associazionismo alle tradizioni civili e culturali. Tuttavia, visto il generale declino nazionale, restare fra i migliori d’Italia non basta. Non ci si può accontentare, ad esempio, di un minor calo dell’occupazione rispetto ad altri territori se il lavoro non è abbastanza per i nostri giovani.

 

Nonostante questi confortanti riconoscimenti, quindi, dobbiamo lavorare per costruire un nuovo sistema di sviluppo. Facendo della cultura, ad esempio, un autentico motore di crescita del territorio, con l’obiettivo di creare nuove imprese e nuovi posti di lavoro. Dobbiamo intercettare, inoltre, nuove domande di turismo ad alto valore aggiunto sia economico che motivazionale, consolidando il rapporto già forte tra privati e istituzioni. Dobbiamo incentivare i poli d’eccellenza del nostro territorio (come quello farmaceutico e quello dei servizi finanziari) ed immaginare una città a basso impatto ambientale sia in campo urbanistico che nel potenziamento della mobilità sostenibile, a cominciare dai veicoli elettrici. Queste sono solo alcune delle sfide, ma le classifiche nazionali dimostrano che siamo già sulla buona strada. Siena può reinventarsi diventando un modello di crescita all’avanguardia per l’intero Paese, sviluppando ulteriormente la coesione e le relazioni funzionali fra i 36 Comuni in vista della ridefinizione del ruolo delle Province; smentendo così i tanti uccelli del malaugurio secondo i quali la nostra retrocessione era scontata >>.