di Bruno Valentini *
L’allarme lanciato gli scorsi giorni dal Presidente della Provincia di Siena, Simone Bezzini, è assolutamente condivisibile. Il giusto riposizionamento e ridimensionamento del ruolo delle Province non può avvenire prosciugando le risorse che sono indispensabili per svolgere funzioni essenziali: dalla manutenzione delle strade a quella degli edifici scolastici, dalle competenze ambientali all’agricoltura, dal lavoro a molto altro ancora.
La riforma delle Province vedrà un nuovo protagonismo dei Comuni, nell’ambito di materie che andranno distribuite d’intesa con le Regioni. Proprio le Regioni sono i veri centri di erogazione di contributi e finanziamenti e, in molti casi, rappresentano ancora degli enti estremamente burocratizzati e dispendiosi. Da questo punto di vista la Regione Toscana, al contrario di altre, è stata invece la più virtuosa e ha messo in atto una gestione intelligente delle risorse ed un effettivo decentramento.
Ad ogni modo, il pregiudizio dell’opinione pubblica contro le Province (che non ha consentito fra l’altro di distinguere, nel grigiore generale, il buon lavoro dell’Amministrazione Provinciale di Siena) non può produrre il depotenziamento dei mezzi loro affidati, poiché fra qualche settimana i sindaci potrebbero trovarsi davanti ad un cumulo di macerie.
Lo Stato centrale deve garantire alle autonomie locali le risorse minime per funzionare, cioè per assicurare i servizi che dobbiamo rendere per legge. Il Parlamento, i partiti ed i commentatori nazionali devono prendere coscienza del rischio che stiamo correndo dismettendo un sistema senza predisporne uno alternativo.
* sindaco di Siena