Boom di studenti cinesi all’Università per Stranieri: 750 giovani partiti dal Gigante asiatico sono arrivati a Siena e qui trascorreranno i prossimi sei mesi. Le aule dell’ateneo che ha la propria sede in piazzale Rosselli sono piene di ragazzi con gli occhi a mandorla che hanno scelto di trascorrere un lungo periodo della loro giovinezza in Italia per studiare la lingua e la cultura del Belpaese. Segno evidente che nonostante i problemi economici che continuano ad assillare lo Stivale la sua attrattività nel mondo resta immutata. Dalla Cina sognano l’Italia, sognano la sua bellezza, il suo paesaggio, le sue eccellenze come il vino che sta penetrando sempre più profondamente nel tessuto sociale cinese. Il rettore Massimo Vedovelli non può non essere soddisfatto, anche se parla con modestia dei risultati raggiunti. E’ il suo ultimo anno di mandato, il prossimo anno non potrà ricandidarsi alla guida dell’Università per stranieri: “Credo che abbiamo raggiunto buoni risultati e per me è stata una esperienza straordinaria – dice -. Ma non sono io a dover dare un giudizio su me stesso, saranno altri a giudicare quanto è stato fatto in questi otto anni”. Resta il fatto che con questi 750 studenti cinesi l’Università per stranieri è l’ateneo italiano con il maggior numero di ragazzi del Gigante asiatico iscritti a seguire le lezioni. Tra rigore in stile Monti e internazionalizzazione, i risultati sono stati ottimi.
Rettore Vedovelli, avete appena chiuso il bilancio 2011 e il risultato è stato positivo.
“Sì, è il secondo anno consecutivo che riusciamo a chiudere con il pareggio di bilancio”.
Complimenti per la modestia. Ci risulta che siate riusciti addirittura a chiudere in attivo.
“C’è un leggero attivo. Su un bilancio complessivo di 22-23 milioni di euro c’è un attivo di circa 470mila euro. Devo dire che non è stato semplice soprattutto perché anche noi siamo ovviamente inseriti in quel ciclo di sottofinanziamento pubblico che negli ultimi tempi ha colpito tutti gli atenei italiani. Ci siamo riusciti attraverso forti sacrifici da parte di tutti. Le politiche di rigore sono state molto importanti, abbiamo effettuato un grande controllo delle spese senza tuttavia mai perdere di vista l’obiettivo principale che è la qualità della ricerca e della didattica. Lunedì (domani, ndr) la mia relazione sarà resa pubblica, verrà messa on-line sul nostro sito internet. Molto ci ha aiutato il nostro carattere internazionale che ha consentito l’arrivo in ateneo di studenti cinesi, indiani e brasiliani. Gli americani, invece, sono in calo a causa della crisi economica che ha colpito gli Stati Uniti e che ha quindi diminuito i viaggi e gli spostamenti verso l’Europa. I nostri corsi di lingua italiana sono molto seguiti, sono contento perché i nostri percorsi di orientamento hanno dato frutti”.
C’è soprattutto un boom di studenti cinesi.
“Non parlerei di boom. E’ invece un percorso che prosegue. C’è un accordo intergovernativo tra Italia e Cina che porta ad un grande scambio da una parte e dall’altra. Sono però lieto di far sapere che oggi siamo diventati l’ateneo italiano con il maggior numero di studenti cinesi iscritti. E’ ovvio che per ospitare tutti questi studenti servono dei servizi. Dobbiamo saperli accogliere, lo dico rivolgendomi a chi amministra Siena e l’intera Regione. Se si vuole puntare sulla internazionalizzazione si deve anche pensare a questo”.
Cosa intende?
“Voglio dire che per tutte le nostre politiche internazionali ci muoviamo assieme agli altri atenei toscani, con le Università degli studi di Siena, Firenze e Pisa. Ma in queste città devono esserci servizi per i tanti studenti che arrivano. Quest’anno ci sono 750 cinesi e grazie al sostegno del Dsu è stato possibile ospitarli nelle case dello studente e nelle varie strutture a disposizione. Ma adesso abbiamo raggiunto il limite massimo dell’accoglienza. E se il prossimo anno ne arrivassero ancora di più? Dove andrebbero a stare?”.
Crede che sia possibile che arrivi un numero ancora maggiore di studenti?
“Lo credo e me lo auguro. D’altronde noi abbiamo puntato tanto sul rapporto con la Cina, ma non solo. Qui insegniamo l’italiano agli stranieri, ma insegniamo anche lingue straniere agli italiani: ci sono corsi di cinese, di russo, di arabo. Da qualche tempo non facciamo solo orientamento nelle università cinesi ma adesso anche nei licei per spiegare ai ragazzi asiatici la bellezza dell’Italia, di Siena e cosa possono trovare, vedere e vivere se decidono di venire a trascorrere un periodo da noi. Parlavo anche degli italiani che vengono per imparare una lingua straniera: d’altronde è sempre più importante non solo per un giovane studente ma anche per un lavoratore conoscere altre lingue che potranno essergli utili magari per vendere prodotti su mercati stranieri”.
E’ il suo ultimo anno di mandato: qual è il suo giudizio sul lavoro svolto?
“Il mio giudizio non è sul lavoro effettuato da me, ma su quanto è stato fatto dalla intera nostra comunità: abbiamo evidenziato buona volontà e intelligenza che ci hanno permesso di fare tanti sacrifici. E devo dire che la nostra nuova sede in piazzale Rosselli ha tanto aiutato perché la qualità degli spazi e quindi del lavoro è molto aumentata e migliorata”.
Gennaro Groppa