Firenze vera e insolita

Se avete intenzione di trascorrere una domenica pre natalizia a Firenze, perché non provate a visitare il capoluogo toscano uscendo dalle solite quattro strade, simbolo dello shopping e del turismo di massa? Perché non prendete le distanze dalle solite piazze affollate? Perché non provate a rimanere Diladdarno imponendovi di non attraversare mai nessun ponte e guardare il grande fiume da una prospettiva differente? Proviamo a suggerirvi un modo diverso di vivere una giornata nella culla del Rinascimento partendo proprio dal quartiere fiorentino per eccellenza: Santo Spirito. E per vivere l’Oltrarno come se fosse un’unica grande realtà staccata e autonoma dai più grandi flussi turistici. #inviaggioconsienanews vi porta con sé alla scoperta dei quattro quartieri fiorentini, cominciando appunto dal quartiere dei “Bianchi”, riportando appunti di viaggio come fossero un diario, un block notes ricco di consigli e suggerimenti.

Finita di costruire nella prima metà del ‘300 resta ancora oggi ancorata a quella che fu l’ultima vecchia cinta muraria fiorentina. Insieme alla contemporanea scultura di Michelangelo Pistoletto rappresenta il benvenuto per tutti i senesi che si recano a Firenze ed è entrando da Porta Romana che puoi iniziare un viaggio all’interno, forse, dell’unica realtà contemporanea che ha fatto del proprio Rinascimento un motivo di continua e mai resa evoluzione culturale.

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A piedi, attraversando Piazza della Calza, entriamo nel quartiere di Santo Spirito da via Romana. Santo Spirito sembra rappresentare il “vecchio” che giocando torna bambino all’interno di regole non scritte ma conosciute e condivise da tutti i suoi abitanti. I Gonfaloni Scala, Nicchio, Sferza e Drago (grossolanamente corrispondenti agli attuali rioni San Niccolò, Costa San Giorgio, Santo Spirito e San Frediano) continuano a farsi sentire all’interno di quelle botteghe, così reali, così vere, ancora incredibilmente testimoni di una corporazione comunale che già nel 1350 rappresentava il quartiere più grande e popoloso di Firenze.

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Decidiamo di visitare subito il polmone verde di Santo Spirito: Boboli, parco voluto come giardino di palazzo Pitti che rappresenta la più importante testimonianza di giardino all’italiana del mondo. Vasto a tal punto da unire l’Oltrarno fiorentino dal Forte Belvedere fino a Porta Romana, oltre a suggestionare per gli incredibili scorci paesaggistici sulla città, regala una galleria a cielo aperto di opere scultoree che abbracciano un arco di tempo che va dall’antica arte romana fino a quella del ventesimo secolo. Opera, prima del Tribolo e poi dell’Ammannati e del Buontalenti, la realizzazione dei Giardini di Boboli consentì di estrarre, da quella che adesso appare come una conca nella zona dell’anfiteatro, la pietraforte di cui è costituita la struttura muraria di Palazzo Pitti.

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Usciamo dai giardini e attraverso il cortile dell’Ammannati saliamo verso la Galleria Palatina. Il piano nobile del Palazzo è oggi una galleria d’arte nata dalle collezioni private dei Granduchi di Toscana con, tra le altre, opere di Raffaello, Giorgione, Tiziano e Rubens. La residenza, prima dei Medici, poi dei Lorena ed infine dei Re d’Italia, oltre all’esposizione permanente, è sede di mostre temporanee e indubbiamente abbaglia per la magnificenza dell’architettura, dei panorami che improvvisamente da una finestra ti si aprono di fronte come invito a tuffarti nella parte più “popolare” di questo primo grande quartiere fiorentino.

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Passando dalla caratteristica Piazza della Passera e attraversando Via Maggio, entri nel cuore di Santo Spirito. Maestosa nella sua perfetta e pulita eleganza rinascimentale si erge la Basilica intorno alla quale tutto è nato e tutto si è mosso. Il primordiale convento agostiniano cui il quartiere medievale fa riferimento e che diventerà l’ultima opera architettonica di Filippo Brunelleschi e successivo ricovero per Michelangelo rappresenta il centro di un quartiere in continuo fervente movimento. Un movimento, perennemente in atto, che nasconde in un’apparente e semplice movida giovanile, una lotta intestina tra una sana e schietta fiorentinità e un atteggiamento talvolta dissonante e radical chic troppo lontano da una tradizione che non avrebbe bisogno di pose o forzature. Passando da Via Sant’Agostino e attraversando Via dei Serragli, Santo Spirito ingloba Borgo San Frediano, che tra laboratori di restauro e antiquari, ci conduce proprio di fronte alla duecentesca facciata della chiesa del Carmine con all’interno la Cappella Brancacci, affrescata da Masaccio, capolavoro assoluto del primo Rinascimento. San Frediano in Cestello ci riporta sul Lungarno che seguiamo fino all’imbocco di Ponte Santa Trinita.

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Restiamo in Oltrarno e attraverso Borgo San Jacopo raggiungiamo piazza Santa Felicita per ammirare la tela, capolavoro del Pontormo, all’interno della Chiesa che fa da basamento al Corridoio Vasariano che corre sopra di essa e che collega Palazzo Pitti a Palazzo Vecchio. Costeggiando la chiesa di Santa Felicita cominciamo a salire per Costa San Giorgio scoprendo una parte di Firenze del tutto fuori dai percorsi turistici tradizionali. In questa strada in salita che conduce fino all’omonima porta, facente parte dell’ultima cerchia muraria collegata a Porta Romana, abitarono due celebri personaggi, Giovanni Duprè e Galileo Galilei, come ci ricordano due targhe poste ai lati della strada e, alla fine, quasi di fronte all’ingresso del Forte Belvedere e del congiungimento con Boboli, si apre una delle ville più famose di Firenze: Villa Bardini, con il suo meraviglioso giardino panoramico sulla città e 3.800 mq di interni adesso sede di mostre temporanee. Percorrendo Via di Belvedere, uno squarcio di campagna in pieno centro storico, riscendiamo per raggiungere Via di San Niccolò, rione dal respiro quasi paesano e fuori dai rumori metropolitani. Salendo verso Piazzale Michelangelo, uno dei must panoramici mondiali, impossibile non segnalare una passeggiata all’interno del Giardino delle Rose, un’oasi di pace, a tratti dal fascino orientale, che proietta una luce nuova e più accogliente su una sbagliata e caotica idea che talvolta abbiamo di Firenze. Costeggiando la Torre San Niccolò ritorniamo sul Lungarno fino al Ponte alle Grazie e, proseguendo fino a Ponte Vecchio, terminiamo il nostro viaggio nel quartiere Fiorentino di Santo Spirito.

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Durante la giornata abbiamo provato per voi:
Un aperitivo al Caffè degli Artigiani, Piazza della Passera: per un momento di pausa in uno degli angoli più suggestivi del quartiere, insieme agli artisti contemporanei e gli artigiani che, in molti e proprio in questa zona, hanno i loro laboratori.

Un pranzo alla Trattoria La Lola, Via della Chiesa: trattoria dove poter godere della tradizionale cucina fiorentina, ma con un tocco di eccellente rivisitazione all’interno di un locale che dell’informalità fa la propria forza.

Una cena al Pasta Bar Tamerò, Piazza Santo Spirito: uno dei ristoranti più particolari di Firenze dove poter mangiare pasta fresca espressa in un ambiente ricavato da un ex officina meccanica e che ancora oggi regala quell’affascinante incoerenza tra la perfezione della ristorazione ed il disordine di un laboratorio artigianale.

Shopping al Mercato delle Pulci di Santo Spirito, Piazza Santo Spirito: ogni seconda domenica del mese, la Piazza si anima grazie a decine di espositori. Regno del vintage e del “pezzo unico”, questo mercato è ormai diventato un appuntamento fisso per tanti fiorentini e non.