Pienza, si dividono le strade tra le monache e l’associazione di Viganò: “Non siamo nati per soccorrere le benedettine”

Exsurge Domine “non è nata con il fine di soccorrere la sola comunità delle benedettine di Pienza, quanto piuttosto per la realizzazione di quei progetti” che sta promuovendo, “tra i quali il primo era il villaggio monastico”.

Sono con queste parole, contenute in un comunicato di quindici punti, che monsignor Carlo Maria Viganò e Giuseppe Vannicelli Casoni, rispettivamente patrono e presidente dell’associazione Exsurge Domine, chiudono ad ogni rapporto con le monache del monastero ‘Maria tempio dello Spirito Santo’.

Non solo: i fondi raccolti da Exsurge Domine non sono ora da intendersi come personalmente destinati alle religiose. Viganò e Vannicelli Casoni ripercorrono dunque le tappe che, secondo loro, hanno portato allo ‘scisma’.

Viene ricordato che tra i primi obiettivi della loro associazione c’era la realizzazione di un villaggio monastico “dove accogliere le monache benedettine di Pienza, che si erano accoratamente rivolte” al monsignore “per ottenere aiuto nel drammatico frangente che stavano attraversando” (a febbraio dello scorso anno furono diffidate dalla Diocesi di Montepulciano, Viganò prese le loro difese, ndr.).

I lavori per la struttura sono andati avanti nel tempo, si legge, con le monache che avevano espresso “il più largo ed unanime consenso” e “la loro manifesta intenzione di poterne beneficiare”.

Le operazioni, evidenziano Viganò e Vannicelli Casoni, sono state portate avanti “in modo da assecondare nel miglior modo possibile le richieste e le necessità avanzate dalle religiose”.

Ma con una decisione, giudicata “improvvisa ed unilaterale” e dai modi “perentori e sprezzanti”, le religiose, stando al racconto dei due, avrebbero rifiutato “senza possibilità di confronto” l’offerta del villaggio monastico, “vanificando insieme ad essa gli aiuti e l’assistenza loro assicurati sin dall’inizio”.

Più volte da Exsurge Domine si sono appellati alle suore per un ripensamento. Alla fine però è stata la stessa associazione a prendere atto della defezione.

“A coloro che insinuano un interesse personale di chiunque nel promuovere l’associazione Exsurge Domine, occorre ricordare che quando l’autorità ecclesiastica aveva sottratto alla disponibilità delle religiose il conto corrente del Monastero, monsignor Viganò ha invece promosso la costituzione di un’associazione che rispondesse alle loro esigenze di sussistenza, denominata Maria Tempio dello Spirito Santo, con un conto bancario del tutto indipendente e sotto il diretto controllo delle religiose. L’arcivescovo aveva a più riprese sollecitato la carità dei fedeli da riferirsi al nuovo conto dell’associazione delle benedettine”, viene infine chiarito.