Uno dei massimi specialisti italiani di Richard Strauss, Giangiorgio Satragni, racconta il profondo legame che unì il grande compositore tedesco all’Italia. Durante la sua carriera, Strauss intrattenne infatti un intenso rapporto con il nostro Paese, che visitò più volte e che ebbe un ruolo determinante nella sua formazione artistica.
L’appuntamento è per domani, giovedì 6 novembre, alle 17 nel Salone dei Concerti dell’Accademia Chigiana
I primi viaggi risalgono agli anni Ottanta dell’Ottocento, quando il giovane musicista rimase affascinato dal paesaggio, dall’arte e dall’atmosfera mediterranea. Da quelle esperienze nacque nel 1886 il poema sinfonico Aus Italien, una sorta di diario musicale che traduce in suoni le impressioni del suo soggiorno romano e napoletano.
Negli anni successivi Strauss tornò più volte in Italia, trovandovi ispirazione e serenità creativa: qui compose, tra l’altro, parti di Don Juan e Der Rosenkavalier, e instaurò rapporti significativi con musicisti e istituzioni culturali italiane. L’Italia rimase per lui, per tutta la vita, un luogo di rinnovamento artistico e di profonda ispirazione spirituale.
Giangiorgio Satragni, tra i più autorevoli musicologi italiani, dedicherà a questo tema la conferenza “Strauss in Italia”, argomento che ha già approfondito in occasione della mostra Richard Strauss e l’Italia (Teatro Regio Torino – Allemandi, 2018), di cui è stato curatore e autore del catalogo trilingue. La sua attività di ricerca su Strauss è documentata anche dal volume Richard Strauss dietro la maschera. Gli ultimi anni (EDT, 2015), che ha contribuito a portare in primo piano la musicologia italiana dedicata al compositore bavarese.