
«Siena è, da tempo, demograficamente inadeguata. I numeri sono questi: abitanti: 54.500 circa (senza considerare la consistente popolazione temporanea). La superficie del Comune è di 118,7 chilometri quadrati, e pertanto gli abitanti sono circa 495 per chilometro quadrato. Questa forte densità, in sé positiva, non serve come potrebbe perché la dimensione fisica e strutturale della città è inadeguata, al punto da costituire un elemento di debolezza per la indispensabile riqualificazione economico-produttiva ed anche urbanistica».
«La prima azione riformatrice in funzione di questa riqualificazione è opportuno che sia – a mio avviso – l’ampliamento degli attuali confini del Comune, così stretti come si è visto, comprendendo per intero i Comuni di Sovicille, Monteriggioni, Monteroni D’Arbia e, in parte o interamente, Castelnuovo Berardenga e Asciano. Queste realtà, storicamente legate alla città matrice, si potrebbero trasformare positivamente in Municipalità, cioè in organismi di parziale decentramento amministrativo e di consolidamento sociale; come è avvenuto in tante città europee e come sta per avvenire anche in città italiane. Ad esempio Pisa».
«In questo modo, intanto, la popolazione può crescere fino ad oltre 90.000 abitanti; popolazione già oggi costituita da “senesi” che hanno trovato meno oneroso decentrarsi e che spesso sono, in genere, di un’età media più bassa di quella del capoluogo. Il processo di questa azione dovrebbe avere tre dimensioni: fisica, temporale, economica. Il punto di inizio potrà essere di costo vicino allo zero, trattandosi prevalentemente di riorganizzazioni funzionali dell’esistente; altri punti, di una strategia più ampia, ma contenibile in cinque anni, potranno avvenire giovandosi di finanziamenti anche europei (a cui Siena può aspirare proprio a causa della sua grande fama). Gli obiettivi di più larga prospettiva, collegati alla nuova dimensione geografica, demografica e funzionale della città, necessiteranno di un’azione politico-amministrativa e urbanistica più articolata e di più ampio respiro: tradurre l’accorpamento dei Comuni in una nuova, più ampia e ambiziosa forma urbis».
«Come esempio si può accennare quello del passaggio dalla città delle valli verdi entro le mura, ad una città, sempre Siena, con all’interno vaste zone di campagna di diverse configurazioni geomorfologiche e anche colturali. Per iniziare questo processo si deve individuare rapidamente il germe morfologico della nuova forma urbis, che ne tenga saldo l’eccezionale rapporto tra costruito e spazi aperti, tra l’esistente e il nuovo. Si può azzardare di indicare nella Ypsilon storica delle strade che innervano il centro storico e lo collegano con l’esterno, come matrice di una nuova e più ampia struttura basata sui nuovi, e in parte esistenti, collegamenti. È un progetto ambizioso, ma è l’unica prospettiva per far crescere naturalmente la popolazione e, nello stesso tempo, mantenere, entro un impianto morfologico di nuova continuità e di più grande dimensione, la straordinaria qualità dell’esistente. Può essere anche l’occasione da cogliere per recuperare e riqualificare ciò che negli ultimi decenni ha scalfito il grande disegno urbano di Siena».
«Sarà quindi opportuno ricostituire, attorno a questa ambiziosa operazione, la capacità progettuale e di analisi delle strutture comunali interessate. La forma organizzativa che oggi sembra più adeguata, è quella degli urban center: cioè organismi di studio e progettazione della città e delle sue parti. Sarà necessaria una intensa collaborazione interna, non più e non solo tra i diversi uffici, ma tra le diverse persone come portatrici, ognuna, di competenza e capacità di lavoro. Come esempio si può fare riferimento alla redazione di un grande giornale: il capo al centro in uno spazio riservato e chiuso ma trasparente, e tutti gli altri che lavorano collaborando, o anche da soli, quando ciò è richiesto dal problema che c’è da affrontare. Ovviamente nella nuova dimensione di Siena nessuno dei centri preesistenti resterà escluso da questa nuova forma del lavorare. Esistono i modi, gli strumenti e la volontà politica per garantirlo».
Augusto Mazzini
Membro del Comitato elettorale per Bruno Valentini Sindaco