I fenomeni di malfunzionamento e assenza del segnale televisivo, le caratteristiche tecniche della rete cittadina in fibra hybrid fiber coax (HFC) e, soprattutto, il regime di convenzione con Telecom Italia, proprietaria dell’infrastruttura, sono stati i temi di due interrogazioni presentate da Marco Falorni (Impegno per Siena) e Luciano Cortonesi e Massimo Bianchini (Nero su Bianco), poi accorpate nella discussione consiliare.
Entrambi i documenti sono partiti da considerazioni di natura tecnica e hanno ripercorso la nascita e gli sviluppi del progetto “Siena città cablata”, con il quale, agli inizi degli anni Duemila, fu implementata una rete cittadina di cavidotti stradali, all’interno dei quali furono posati i cavi coassiali in fibra, che consentì l’eliminazione delle antenne dai tetti. La rete, di proprietà di Telecom Italia, cui il Comune di Siena ha riconosciuto, dal 2008 al 2012, un canone annuo di circa 700mila euro, consentiva il trasporto dati e veniva così utilizzata anche per la telefonia e il collegamento internet, finché non è stata superata dall’innovazione tecnologica, con l’avvento delle reti a banda ultralarga in fibra next generation access network (NGAN) che assicurano, ormai, un flusso di 30 MB al secondo.
Mentre l’attenzione di Falorni si è concentrata, principalmente, sulla qualità del servizio di trasmissione televisiva e sullo stato di manutenzione della rete, <<per i numerosissimi casi di cittadini senesi, soprattutto nelle zone nord e nord-est della città, che, per diversi giorni, hanno rivolto numerose e pressanti segnalazioni di malfunzionamento all’Urp del Comune di Siena>>, Cortonesi ha preso, soprattutto, in analisi la recente riformulazione del contratto di servizio con Telecom Italia e delle modalità di assistenza help desk, <<in precedenza garantita da una partership tra il Consorzio Terrecablate, Telecom e un consorzio di installatori senesi, con un sistema che aveva mantenuto, negli anni, affidabilità della rete e tempestività di intervento per guasti e disservizi>>.
<<Sulla stampa – ha continuato Cortonesi – si è dato risalto al nuovo contratto stipulato con Telecom Italia per il servizio di diffusione del segnale tv, trattato direttamente dal Sindaco e rinnovato a condizioni economiche più vantaggiose, per un canone annuo di circa 545mila euro. Sarebbero stati ridotti i tempi di intervento in caso di guasti e migliorati i livelli di servizio, ma riguardo a questo aspetto nutriamo fondate perplessità perchè il cittadino dovrà contattare l’URP, che a sua volta deve richiedere l’intervento dei tecnici Telecom, i quali hanno 3 giorni per verificare la natura del disservizio>>.
<<Appena insediata – ha risposto l’assessore ai Sistemi informativi, Mauro Balani – la Giunta si è posta il problema di individuare la modalità più opportuna per la gestione del servizio di diffusione del segnale tv, che interessa oltre 25mila unità immobiliari nel nostro territorio, valutando la fattibilità di diverse proposte tecniche anche sotto il profilo finanziario, giuridico e sociale, e non escludendo neppure una eventuale dismissione della rete in questione, parziale o totale, e il ricorso a un’infrastruttura alternativa. A conclusione di questo percorso, dopo aver stimato in circa 4 milioni di euro il costo di una nuova infrastruttura, abbiamo deciso di rinnovare il contratto di manutenzione sulla rete HFC, di proprietà di Telecom Italia, dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2019>>.
<<Già nel 2012 – ha proseguito Balani –, con la riorganizzazione logistica del sistema in occasione del passaggio dal segnale analogico a quello digitale, erano stati ridotti i costi di servizio e riviste alcune condizioni contrattuali. Adesso, anche grazie al recupero della gestione diretta dei rapporti con i fornitori, attraverso le nostre strutture tecniche, e alla stipula di un contratto pluriennale, abbiamo ottenuto un ribasso di un ulteriore 20%, attestando il costo del servizio al di sotto dei 650mila euro, a fronte dei 1.380mila euro del 2010>>.
In merito ai disservizi di natura tecnica al livello della trasmissione e della ricezione del segnale, Balani ha fornito alcuni dati sui guasti verificatisi nel 2013, che sono stati 329, anche se non tutti riscontrati come effettivi, con un tempo medio di risoluzione dei reclami inferiore a 1,7 giorni. Il servizio di help desk erogato attraverso l’URP viene svolto dopo un periodo di formazione del personale; le segnalazioni di guasto sono inoltre monitorate dal Centro Servizi del Comune, quale struttura di back office, attraverso un sistema di messaggistica automatizzata, attiva anche nei fine settimana.
<<Gli eventuali disservizi – ha concluso l’assessore – sono da attribuire all’avvenuta interruzione dei servizi di assistenza tecnica personalizzata, che risultavano essere fortemente penalizzanti per il Comune nella necessaria valutazione del rapporto tra costi e benefici. Si può affermare che, con il recente rinnovo, abbiamo conseguito una riduzione dei costi e un miglioramento del servizio di diffusione, senza pregiudicare riflessioni sugli assetti che in futuro si renderanno più opportuni: il contratto prevede, infatti, la possibilità del recesso anticipato, dopo i primi due anni, come eventuale via d’uscita per intercettare altri partner e nuove tecnologie>>.
Falorni ha espresso una parziale soddisfazione <<per il tenore e la completezza della risposta fornita dall’assessore, ma non certo per la situazione oggettiva: forse – ha aggiunto il consigliere – a suo tempo, abbiamo avuto fretta nella realizzazione di un’infrastruttura tecnologica che, in poco tempo, si è dimostrata superata. D’altronde, comprendo che in questo momento l’Amministrazione Comunale non poteva muoversi in maniera diversa a quanto opportunamente fatto e che, a livello tecnico, ci troviamo a farci carico di una situazione della quale, in altre realtà, se ne occupano direttamente i cittadini; ma credo sia comunque necessario monitorare tutte le possibilità per passare a una tecnologia più gestibile e conveniente>>.
Anche Cortonesi ha apprezzato <<l’onestà intellettuale dell’assessore, che ha ammesso che la rete è vetusta. In questa situazione, probabilmente, meglio di così non si poteva fare. Se l’Amministrazione ha la possibilità di recedere dal contratto quando vuole, perché non partire subito con un progetto, per un valore di circa 3-4 milioni di euro, da rendere esecutivo con forme di finanziamento innovative, che, in meno di due anni, ci permetta di uscire dal monopolio Telecom e di dare ossigeno a ditte, operatori e artigiani locali?>>.