Crolla nel 2012 la produzione di miele italiano: -65% sul 2011, soprattutto per colpa delle avverse condizioni meteorologiche di quest’anno, caratterizzato da una primavera piovosa e da un’estate torrida e siccitosa. Del difficile momento che sta attraversando il miele italiano, dopo la felice ripresa degli ultimi anni, si parlerà a Montalcino alla “Settimana del Miele” (7-9 settembre), uno dei più importanti appuntamenti del settore a livello nazionale, che vedrà la partecipazione di apicoltori, esperti ed istituzioni.
Dalla Val d’Aosta alla Sicilia, il raccolto di miele risulta quest’anno drasticamente ridotto. Se già la primavera non era andata bene, a causa delle piogge, anche i mieli estivi, sui quali gli apicoltori avevano puntato tutte le loro speranze, registrano un bilancio decisamente negativo. La causa principale sono le altissime temperature degli ultimi due mesi, unite alla mancanza di pioggia, senza la quale i fiori non possono produrre il nettare necessario alle api. A questo si aggiungono le malattie che stanno devastando due delle principali varietà floreali bottinate dalle api in estate, il castagno e l’eucalipto, attaccati da parassiti che li stanno lentamente distruggendo.
E pensare che, dopo la tragica moria di api conseguente all’utilizzo di neonicotinoidi, insetticidi killer utilizzati in agricoltura (il picco nel 2007, quando solo in Italia si persero in pochi mesi oltre 200mila alveari), il cui utilizzo è stato ripetutamente sospeso dal Ministero della Salute, il settore dell’apicoltura italiana appariva in ripresa, con un’ottima performance produttiva nel 2011.
Se la drastica riduzione nella produzione di miele nazionale non comporterà un rialzo dei prezzi – impensabile, dicono gli apicoltori, in questo momento di crisi – avrà sicuramente come conseguenza l’aumento dell’import di miele cinese, prodotto attraverso processi industriali e di scarsissima qualità, ma dal costo nettamente inferiore. Un prodotto sul quale recentemente anche la Commissione Europea ha lanciato l’allarme, in quanto potrebbe contenere polline Ogm, coltivazione vietata in Italia.
Ecco perché l’appello degli apicoltori nazionali è quello di acquistare e consumare miele made in Italy. “Ora più che mai si deve porre attenzione al momento dell’acquisto – spiega Hubert Ciacci, presidente della “Settimana del Miele” – controllando bene l’etichetta, in cui per legge è obbligatorio indicare la provenienza del miele. Quest’anno i consumatori avranno forse una minore scelta a disposizione, perché alcune varietà sono state prodotte in quantità ridotte, ma non dimentichiamo che l’Italia è il Paese che vanta il maggior numero di mieli uniflorali al mondo, grazie ad un ricco patrimonio di biodiversità. Ecco perché i consumatori possono e devono consumare miele nazionale, magari provando tipologie diverse da quelle utilizzate abitualmente. Il nostro suggerimento è: meglio un classico millefiori italiano piuttosto che un qualunque miele di indubbia provenienza estera”.
Proprio a Montalcino, oltre ad acquistare mieli in arrivo da tutte le regioni, sarà possibile assistere a momenti di approfondimento e analisi del settore, con convegni e dibattiti che vedranno la partecipazione di esperti, docenti universitari e istituzioni, che faranno il punto su un settore che conta 75mila apicoltori, con 1,1 milioni di alveari, ed un giro d’affari stimato di 70 milioni di euro. Per non parlare del servizio di impollinazione reso all’agricoltura, valutato da 3,5 a 3 miliardi di euro.