Intraprendere ogni iniziativa affinché siano rivisti i parametri della legge sul riordino delle Province, assumendo come criterio sufficiente quello dell’estensione territoriale, al quale la provincia di Siena corrisponde in pieno o diminuendo quello della popolazione fino a 250 mila abitanti. E’ questo, in estrema sintesi l’appello lanciato dal Partito democratico della città ai consiglieri regionali e ai parlamentari per “salvare” la Provincia di Siena e non perdere il capoluogo.
“E’ urgente che ci sia una mobilitazione dei consiglieri regionali e dei parlamentari – afferma il Pd di Siena – per chiedere una revisione della Legge che, allo stato attuale, cancella la Provincia di Siena, smantellando funzioni determinanti per lo sviluppo e la crescita economica del nostro territorio. Siena, per la sua storia, per il prestigio nazionale ed internazionale delle sue istituzioni e anche per la sua posizione geografica, ha tutte le carte in regola per poter continuare a svolgere il proprio ruolo di capoluogo. C’è poi bisogno di una discussione che prenda avvio dalle funzioni da assegnare ai nuovi enti e che ponga rimedio, per quanto possibile, a un provvedimento pasticciato che non produrrà i risparmi attesi e finirà per allontanare i servizi dai cittadini”.
La proposta avanzata dal presidente della Regione, Enrico Rossi di organizzare la Toscana in tre aree vaste, rimane una base valida sulla quale discutere e l’unica, come afferma anche l’Irpet, a evitare che si vadano a ricercare aggregazioni di convenienza, senza tenere conto della vocazioni dei territori e delle relazioni che intercorrono tra di loro. Alcune delle proposte in campo oggi ci lasciano molto perplessi e non tengono conto del fatto che le tre aree vaste hanno una loro fisionomia: la Toscana centrale, dove è nato e si sviluppato il modello di rilancio della piccola e media impresa e che si allunga fino al senese, all’aretino e al pisano; la costa, dove esiste un’economia del mare; la Toscana del sud che ha caratteri anche rurali, di pregio ambientale, con un economia più terziaria”.
“Di fronte a un disegno oggettivo e non inquinato da ragioni di campanile e di parte – continua la nota – Siena si è detta disponibile a un’aggregazione che andasse anche oltre i parametri di legge e portasse all’individuazione di solo tre province in Toscana. Se, come sembra, questo disegno sta tramontando, a causa delle pressioni territoriali, andando verso delle deroghe, diventa evidente che dovranno essere rivisti i parametri di legge che stanno penalizzando fortemente la Toscana e il nostro territorio”.