Desidero portare un contributo al dibattito sull’utilizzo del Santa Maria della Scala, anche nell’ottica della corsa a Capitale Europea della Cultura 2019.
Ritengo che la straordinaria identità senese sia antropologicamente ad un bivio, trovandosi a scegliere se voler fare delle proprie tradizioni un motore di sviluppo e di produzione culturale innovativa, oppure avvitarsi su sé stessa nella celebrazione di un passato remoto.
Per sfatare il falso storico di un Medioevo idealizzato basta pensare che il Duomo, il Palazzo Pubblico, l’acquedotto dei bottini, e l’intera struttura urbanistica attuale, nascono in un contesto dominato da uno spirito intraprendente, innovatore e visionario, senza il quale Siena sarebbe probabilmente rimasta un piccolo insediamento ai margini della storia.
In questo contesto il Santa Maria della Scala si sviluppa nell’arco di un millennio come ospedale all’avanguardia, con un fermento di attività collocate negli stessi spazi in cui sono presenti gli splendidi affreschi che suscitano tanta premura.
L’attuale condizione della struttura è frutto di una parziale realizzazione del progetto, affidato allo studio Canali, che prevede una molteplice destinazione degli spazi: espositiva, convegnistica, foresteria, residenza per artisti, luoghi atti alla sperimentazione e perfino ristoranti e botteghe.
Ripartiamo da qui per fare del Santa Maria un cuore pulsante di cultura, affinché non sia un sarcofago in memoria del passato.
Siena infatti non può permettersi di diventare parco a tema stereotipato per turisti frettolosi, e nemmeno un centro culturale elitario per pochi appassionati.
Per costruire questo cambiamento non sarà sufficiente esporre al Santa Maria qualche dipinto in più, o realizzarci qualche mostra estemporanea, ma bisognerà farne un centro di produzione culturale di livello internazionale sperimentandovi soluzioni innovative.
Per trovare le modalità più adatte sarà necessario saper guardare oltre le mura, avvalendosi della collaborazione di esperti italiani ed internazionali, in modo da creare un polo attrattivo di esperienze e visioni, con lo spirito che ha reso grande Siena nei secoli.
Solo così, a mio avviso, potremo mobilitare le idee e le energie migliori per uscire dalla crisi attuale, affinché nostra comunità sia protagonista del presente e si garantisca un futuro degno del suo passato.
Luca Rinaldi