Come studentesse e studenti della Rete della Conoscenza, dopo aver appreso con enorme disappunto la proposta di chiusura del Santa Maria della Scala, sentiamo il dovere di esprimerci su una questione tanto cara alla nostra città .
Abbiamo sempre ribadito che consideriamo la componente studentesca come parte integrante del tessuto cittadino e per questo la vicenda del Santa Maria come tante altre ci tocca da vicino.
Vogliamo innanzitutto esprimere la nostra totale vicinanza e solidarietà a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori che stanno vivendo in queste ore momenti di profonda incertezza e di incognite rispetto al proprio futuro lavorativo, tanto più se inserito in un contesto di dura crisi economica come quello che sta vivendo il nostro paese. Da anni ci ritroviamo ad essere spettatori di un progressivo ridimensionamento degli spazi di cultura e di interazione nella nostra città .
Più volte lo scorso anno ci siamo spesi in appelli e comunicati che avevano come finalità e scopo quello di introdurre il tema degli spazi e della cultura nel dibattito sia cittadino che politico.
La chiusura del Santa Maria della Scala non rappresenta un caso isolato, ma è parte di un problema più ampio che ha portato alla chiusura di altri luoghi di cultura e di pregio per la città di Siena.
In tutto questo, sembra paradossale continuare a propagandare una stucchevole immagine di Siena come possibile pretendente a Capitale Europea della Cultura per il 2019, perché appare ormai evidente agli occhi di tutti che la gestione del delicato tema della “cultura” è stato ampiamente fallimentare da parte delle amministrazioni precedenti.
Occorre pertanto per il Santa Maria della Scala una progettualità che sia a più lungo termine e che coinvolga tutti i luoghi di cultura della città , un progetto volto a garantire maggiore stabilità a chi lavora e che faccia di questo spazio il protagonista di una rinnovata vivacità culturale.
Crediamo, infatti, che sia imprescindibile una più larga collaborazione con altri e certamente altrettanto autorevoli enti, tra i quali l’Università degli Studi di Siena, con cui intraprendere interessanti percorsi formativi e culturali, senza dimenticare altre istituzioni artistico-culturali già presenti sul territorio.
Riteniamo, dunque, che la battaglia non sia soltanto quella di mantenere il Santa Maria della Scala, bensì di riempire uno spazio che spesso in questi anni si è dimostrato essere tristemente inutilizzato.
In questa fase di emergenza, quello che più ci preme non è tanto ricercare responsabilità tra chi certamente ne ha avute, quanto piuttosto unirci all’appello già condiviso da molta parte della cittadinanza senese, affinché il Commissario del Governo si ravveda nella sua scelta e finalizzi tutti i suoi sforzi per evitare questo grave danno, non solo per la cultura di una intera città , quanto per la sua capacità di attrattiva turistica, che è di vitale importanza per la fragile economia senese in tempo di crisi.
Le studentesse e gli studenti di Link Siena e dell’UDS Siena